
In tribunale anche il sindaco. Stefania Signorini. E ieri anche la mobilitazione. dei comitati ambientalisti.
Esalazioni di idrocarburi dalla Raffineria Api, parte il processo dell’inchiesta Oro Nero ma le difese chiedono subito di escludere il reato di abuso d’ufficio perché abrogato ad agosto scorso. Altre eccezioni sono state sollevate, sempre dalle difese degli imputati, sulla ammissibilità di alcune parte civili come i comitati ambientalisti e sull’estromissione delle consulenze tecniche della procura fatte durante le indagini preliminari perché depositate oltre i termini delle indagini stesse.
Questioni molto cavillose che ieri hanno tenuto impegnato il collegio penale, presieduto dal giudice Roberto Evangelisti, per sei ore.
Dopo varie camere di consiglio i giudice si sono riservati di accogliere o meno le questioni preliminari rinviando le decisioni all’udienza del 21 maggio. Sull’abrogazione dell’abuso di ufficio è pendente infatti una questione di legittimità costituzionale che si scioglierà per i primi di maggio.
Gli avvocati di parte civile Monia Mancini e Francesca Petruzzo, in rappresentanza dei comitati cittadini, hanno presentato una lunga memoria per contestare la richiesta degli avvocati delle difese di estromettere le consulenze tecniche. "Per noi – hanno ribadito le due legali – sono invece state tempestive". E’ su quelle che verte per lo più il quadro accusatorio. Nel processo Oro Nero, relativo alla cisterna Tk 61 che aveva causato una serie di cattivi odori avvertiti dalla popolazione a partire da aprile 2018 (si era inclinato il tetto galleggiante del serbatoio durante una operazione di bonifica che fece uscire una nuvola di gas nell’aria), sono 18 gli imputati accusati, a vario titolo, di disastro ambientale, gestione illecita di rifiuti speciali, lesioni colpose, rivelazione di segreto d’ufficio, istigazione alla corruzione e abuso d’ufficio.
Tra questi l’ex direttore generale dell’Arpam Giancarlo Marchetti, l’amministratore delegato di Api Giancarlo Cogliati e altri dirigenti e tecnici nell’organigramma della Raffineria. Le indagini erano state fatte dai carabinieri del Noe, coordinati dalla pm Irene Bilotta. Sul processo partito ieri, che ha visto in aula un gruppo nutrito di cittadini e anche il sindaco di Falconara Stefania Signorini, l’Api è intervenuta con una nota sottolineando che "sarà compito del giudice analizzare gli atti prodotti e nel rispetto di questo lavoro riteniamo opportuno non rilasciare commenti in merito. Resta ferma la nostra volontà di proseguire una fattiva collaborazione con tutti gli Enti e mantenere un dialogo aperto e costruttivo con la comunità locale".
Ieri pomeriggio si è tenuto anche un presidio, in piazza Roma, organizzato dai comitati ambientalisti, con lo slogan "Fermiamo il disastro ambientale" dove sono stati spiegati i punti che hanno portato a processo la Raffineria. Al presidio hanno partecipato circa 200 manifestanti.
Marina Verdenelli