Alluvione, la rabbia del ’Comitato 15 settembre’

Lettera con le richieste urgenti al presidente della Regione e al vicecommissario Stefano Babini: "Serve un sistema di allerta adeguato"

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A due mesi dall’alluvione che ha segnato profondamente il senigalliese il ‘Comitato 15 settembre’ alza il tiro e inchioda le istituzioni alle loro responsabilità. Con un documento diretto al Presidente della Regione, nonché Commissario Straordinario, e al Vicecommissario Stefano Babini, i membri del comitato fissano cinque punti decisivi: dal ripristino degli argini dei due fiumi coinvolti, Misa e Nevola, al sistema di monitoraggio e allerta, passando poi per un progetto di bacino, indicazione di un Commissario ad acta con poteri straordinari e infine la questione degli indennizzi. Il documento va dritto al punto: "Chiediamo l’immediato ripristino degli argini, la bonifica e la pulizia dell’alveo dei fiumi Misa e Nevola, ancora intasati da legname, detriti, auto e oggetti di ogni tipo, con perdurante pericolo in caso di nuove piene, oltre che fonte di inquinamento. Inoltre _ si legge nel comunicato diffuso dal ‘Comitato 15 settembre’ _ esigiamo un sistema di monitoraggio e allerta adeguato per evitare gli inaccettabili ritardi delle segnalazioni da parte degli enti preposti; anche con attivazione del sistema di notifica It-Alert già installato sui telefoni cellulari di tutti i cittadini. Serve poi un progetto di bacino non illogicamente limitato a singoli tratti o zone, perché le Valli Misa e Nevola costituiscono un sistema unitario e interconnesso: i problemi della valle sono comunque collegati con le situazioni a monte".

E ancora. "Il Comitato 15 Settembre è rimasto sconcertato nell’ascoltare in una recente intervista televisiva il Presidente del Consorzio di Bonifica Marche, Claudio Netti (andata in onda su Agorà martedì scorso, ndr.) asserire che: ‘...il tema fondamentale è che si comincia a mitigare il rischio idraulico togliendo il ‘tappo’, dopo si discute anche della dimensione del lavandino; chi dice che il rischio va mitigato a monte è uno che bisogna riaprire i manicomi e rinchiuderlo dentro’. Sono affermazioni gravi e già smentite nel corso della stessa trasmissione dal prof Maurizio Brocchini, Direttore del Dipartimento Ingegneria Civile dell’Università di Ancona. Se si persiste nell’impostazione espressa da Netti non verrà mai risolto il problema, come dimostrano le alluvioni del 2014 e del 2022".

Infine le ultime due richieste: "Secondo il dirigente della Protezione civile delle Marche, Stefano Stefoni, per realizzare un piano d’intervento servono 60-70 milioni di euro e 10-15 anni. Questi tempi sono assolutamente incompatibili con l’urgenza degli interventi, potrebbero verificarsi altre esondazioni. Il progetto di bacino va realizzato al massimo in tre anni, come è stato per il ponte Morandi a Genova, avvalendosi di un commissario ad acta. Gli indennizzi? Siano allargati a tutti i danni realmente subiti dai cittadini e non limitati o basati su moduli palesemente inadeguati".

Pierfrancesco Curzi