REDAZIONE ANCONA

Alluvione, processo e polemiche

Il Tribunale dell’Aquila ammette le 400 parti civili. Il Pd contesta i progetti: "Potenzialmente inutili"

SENIGALLIA

Alluvione, ammesse le costituzioni di parte civile (quasi 400) e quelle per la responsabilità civile. Gli atti erano stati trasmessi al Tribunale dell’Aquila dopo che quello anconetano era risultato incompatibile (tra i danneggiati figurava un giudice). Lo stesso Comune di Senigallia è stato chiamato anche come responsabile civile (risponderà eventualmente in solido, in caso si arrivi ad un processo e si arrivi ad una condanna, al pari degli imputati) insieme a Provincia, Regione, ministero dell’Interno e presidenza del Consiglio dei ministri per il dipartimento della Protezione Civile. Mercoledì, la commissione di approfondimento sullo stato dell’arte circa i progetti di mitigazione del rischio fiume Misa si è svolta alla presenza del presidente della Gestiport Mauro Rognoli e di Marcello Principi, già dirigente difesa del suolo e segretario generale dell’autorità di bacino della Regione Marche. Si è parlato di i vasche di espansione, dei ponti, del canale scolmatore, del progetto di prolungamento del molo di Levante.

Era invitata anche la stessa Regione, nella persona del dirigente, ma è stata delegata una funzionaria del Genio Civile: "Dagli interventi dei tecnici presenti sono emersi tre dati molto preoccupanti: il primo è che si è sostenuto che i progetti di mitigazione a valle del fiume non mitigano alcunché, mentre ci si dovrebbe concentrare a monte dello stesso; il secondo è che, al contrario, gli attuali progetti previsti a valle rischierebbero di produrre, potenzialmente, notevoli criticità per la città - pensiamo al prolungamento del molo di Levante per 100 metri; canale scolmatore alla Darsena – spiega Chantal Bomprezzi, consigliere Pd. Il terzo è che, dato che il progetto di prolungamento del molo di Levante è fermo, ci è stato letteralmente tolto circa mezzo milione di euro previsto per Senigallia dai fondi europei, e dirottato sul fiume Esino senza che la nostra amministrazione proferisse parola".

"Il bilancio di questa Commissione – continua – è che sembra che si stiano portando avanti opere potenzialmente inutili e dannose per la città; ci sono state tolte, dalla Regione, risorse importanti a favore di altri territori. Il tutto nel silenzio e nell’inerzia del sindaco e della Giunta". Intanto dopo anni, le vasche di espansione dovrebbero partire, nel percorso di costruzione, da febbraio 2022. I lavori dovrebbero durare all’incirca 2 anni.

Silvia Santarelli