MARINA VERDENELLI
Cronaca

"Anche le famiglie devono cambiare: scelgono i licei"

L’analisi del preside dell’istituto tecnico Itvas, Savore "Noi ci stiamo già adeguando ai tempi con la riforma" .

Il preside dell’istituto tecnico Angelini-Vanvitelli-Stracca (l’Itvas), Francesco Savore

Il preside dell’istituto tecnico Angelini-Vanvitelli-Stracca (l’Itvas), Francesco Savore

Manca personale qualificato ma è davvero anche colpa delle scuole? Il preside dell’istituto tecnico Angelini-Vanvitelli-Stracca (l’Itvas) comprende la lamentela della Confartigianato ma parla anche di un discorso molto più articolato prima di far ricadere sul mondo scolastico certi vuoti. "E’ una critica che condivido solo in parte – dice Francesco Savore, dirigente scolastico dell’Itvas di Montedago – per la divisione che effettivamente ancora c’è tra la scuola e il mondo del lavoro. La prima però si sta adeguando ai tempi, è di dicembre la riforma degli istituti tecnici professionali che possono far accorciare di un anno la durata per prendere il diploma per far poi proseguire gli studenti in scuole superiori specialistiche per altri due anni e diventare dei tecnici competenti. E’ una riforma molto recente e ci vorrà del tempo affinché vada a regime e affinché le scuole come la mia propongano un percorso quadriennale al posto del quinquennio per poi indirizzare i ragazzi ad un biennio più dettagliato per il lavoro che andranno a fare e per avere il diploma di tecnico superiore. La riforma del 4x2, noi ci lavoreremo dal prossimo anno. Ad Ancona solo in due scuole, come sede, ci sono questi due anni in più, una è a Torrette e l’altra credo sia a Fabriano. Poi c’è anche a Recanati ma siamo fuori provincia. Noi ci stiamo consorziando".

Savore concorda con la difficoltà delle imprese sul territorio che non vedono arrivare ragazzi preparati. "Comprendo la loro lamentela – dice il preside – ma bisogna anche sapere che il nostro Paese è ancorato su scelte che le famiglie fanno per i loro figli, tendono ad indirizzarli più nei licei che negli istituti tecnici. Solo il 30% sceglie un istituto tecnico perché viene considerato una scuola di serie b. I serie a sono i licei e i serie c le scuole professionali. E’ indubbio che poi certe figure arrivano a mancare nel lavoro. L’analisi è un po’ troppo superficiale. La scuola deve adeguarsi ai tempi, sì è vero e una parte lo farà con la riforma ma anche le famiglie devono fare la loro parte e devono avere più fiducia sulla formazione tecnica-professionale. I ragazzi non hanno tutta questa voglia di imparare e la prima cosa che chiedono quando si affacciano al lavoro è di quanto sarà il loro stipendio. Il garzone che andava a bottega ad imparare non c’è più. Poi c’è la formazione degli insegnanti, andrebbero verificate bene le competenze prima di farli entrare nelle aule".

ma.ver.