Il sottosegretario Costa oggi ad Ancona: "Discoteche? Entro il 10 luglio"

Il sottosegretario alla Salute a 360 gradi: "Vaccino? Terza dose entro l'anno", sui sanitari no vax: "Paradossale loro posizione"

Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa in visita nelle Marche (foto Antic)

Il sottosegretario alla Salute Andrea Costa in visita nelle Marche (foto Antic)

Ancona, 25 giugno 2021 - Mascherine, piano vaccinale, varianti, curva dei contagi, ma anche liste d’attesa, la medicina del territorio e le performance delle Marche. Il Sottosegretario alla Salute Andrea Costa, esponente di Noi con L’Italia, è oggi nelle Marche, ad Ancona principalmente. I temi nazionali in anteprima, a partire dalle mascherine all’aperto. Ma ha parlato anche di riapertura delle discoteche e di immunità did gregge, oltre che di terza zose vaccinale entro l'anno. 

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La visita nelle Marche

Visita dai due volti quella del Sottosegretario alla Salute del governo Draghi, Andrea Costa: una parte dedicata alla politica e alle istituzioni, l’altra più tarata sull’approfondimento delle strutture e il contatto diretto con il personale sanitario. Oltre ad un faccia a faccia con la giunta del presidente Francesco Acquaroli, in particolare l’assessore alla sanità Filippo Saltamartini, il politico spezzino ha visitato prima l’ospedale Inrca delle Montagnola e poi l’hub vaccinale del PalaRossini. Nel tardo pomeriggio Costa sarà poi a San Benedetto del Tronto. 

Vaccino: terza dose entro l'anno

"Le indicazioni che abbiamo ad oggi ci fanno pensare che potrebbe essere l'anno il momento in cui sarà necessario procedere con la terza dose". Così il sottosegretario alla Salute incontrando i giornalisti al termine del vertice in Regione Marche e le visite al polo ospedaliero Inrca della Montagnola e al punto vaccinale allestito al PalaPrometeo. Rispondendo a una domanda sull'eventuale terza dose del vaccino, l'esponente del governo ha sottolineato che "si è ancora in una fase di studio" e che "la nostra comunità scientifica sta valutando le evidenze scientifiche", ma anche che "è presumibile pensare che ci sarà bisogno di una terza dose". Per quanto riguarda l'organizzazione di questa nuova fase, Costa ha evidenziato che "i territori sono molto organizzati, con strutture che non sono solo grandi hub, con il coinvolgimento dei medici di medicina generale e con le farmacie, veri presidi sul territorio, consentendo di arrivare in modo capillare vicino ai cittadini". "La terza dose sarà una vaccinazione programmabile e pianificabile - ha concluso Costa - per la quale abbiamo già una anagrafica vaccinale. Ci sono le condizioni per affrontarla sicuramente con i mezzi idonei e con tutto ciò che serve".

"Discoteche? Mi auguro riapertura graduale entro 10 luglio"

«Mi auguro che le discoteche possano riaprire gradualmente entro i primi 10 giorni di luglio, oggi il tema viene discusso dal Cts»: è quanto ha detto il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, incontrando i giornalisti all'esterno del punto vaccinale allestito al PalaPrometeo di Ancona. "Credo che sia giusto dare ai gestori una data certa per la ripartenza, in questo senso la politica si assuma la responsabilità", ha aggiunto. "Sulle discoteche - ha aggiunto Costa - non dobbiamo fare l'errore di pensarle solo come luoghi di divertimento, perché sono delle vere e proprie aziende. È un comparto - ha detto ancora il sottosegretario - che conta 3mila locali, 100mila addetti e 2 miliardi di fatturato".

"Paradossale la posizione dei sanitari no vax"

Sui sanitari no-vax "dobbiamo assolutamente procedere", perché "è inaccettabile che un cittadino che entra in un ospedale per essere curato corra il rischio di essere contagiato da chi dovrebbe curarlo". Ha detto Costa. "La cosa paradossale - ha poi aggiunto - è che il personale sanitario ha toccato con mano, in prima linea, le sofferenze e ha visto morire tanti cittadini. Faccio fatica a comprendere come ancora oggi ci sia difficoltà e rigidità nei confronti dei vaccini. Mi aspetterei, proprio per quello che hanno vissuto, che dessero invece un messaggio di positività e di incentivo alla vaccinazione".

"Brave le Marche a contenere i contagi" 

Sottosegretario Costa, confermate la misura annunciata per lunedì 28 giugno? "Le decisione è presa e indietro non si torna. Un risultato importante per tutti, cittadini in primis, e per la politica. Dovevamo dare un segnale tangibile, una prospettiva di orizzonti temporali certi, usando messaggi credibili. Premetto, non siamo ancora fuori dalla pandemia ma i dati sono confortanti. Il monitoraggio è costante. Sul piano vaccinale abbiamo deciso di puntare sull’immunizzazione piuttosto che sulle somministrazioni di massa con la prima dose, come invece ha fatto Londra. Intanto abbiamo preso la misura della quarantena di 5 giorni per chi arriva dal Regno Unito".

Con i nuovi contagi così bassi punterete sul tracciamento?

"Certo, solo con statistiche simili si riesce a bloccare il trend, individuando eventuali focolai e intervenendo tempestivamente. Abbiamo poi stanziato 10 milioni di euro per il sequenziamento delle varianti". La Fondazione Gimbe parla di gestione troppo attendista del governo sulla variante Delta, come risponde? "Non è il termine giusto perché, al contrario, ci siamo mossi eccome, si veda l’incremento del piano vaccinale e le quarantene. Per quanto riguarda la variante Delta stiamo monitorando la situazione. La diffusione di tale variante e in crescita, anche se meno che in altri Paesi. In Italia si punta a raggiungere l’immunità di gregge entro settembre". Sulla seconda dose Pfizer o Moderna agli under 60 dopo la prima con AstraZeneca il Comitato tecnico scientifico ha posto l’obbligo? "Il cittadino non può scegliere quale dose assumere, lo può fare solo dietro parere medico e firmando un consenso informato. Lo scenario epidemiologico è cambiato e noi ci basiamo sulle indicazioni scientifiche fornite da Cts e Aifa". Come si sono mosse le Marche sotto il profilo del piano vaccinale? "È stato fatto un lavoro straordinario, raggiunti gli obiettivi del governo e con medie addirittura superiori. La vostra regione è stata tra le prime a coinvolgere medici di base, farmacie e territorio". I dati sulla pandemia delle Marche possono tranquillizzare? "Sono perfettamente in linea, in calo costante contagi, ricoveri, terapie intensive e vittime. Passata l’ennesima ondata restano i cocci del resto delle prestazioni cancellate o posticipate". Fissare interventi o prenotare diagnostica, visite ed esami nelle Marche è praticamente impossibile: che fare? "È la nostra priorità aiutare i territori su questo fronte, dobbiamo assumere provvedimenti straordinari. Da subito abbiamo stanziato risorse complessive per 500 milioni di euro, non basta, ma è un segnale". La pandemia ha messo a nudo la medicina del territorio: la lezione del Coronavirus è servita per cambiare marcia? "Sicuro. ‘Il paziente al centro’ non deve più restare solo uno slogan. Con il Recovery si apre una grande sfida e ogni Regione dovrà presentare il suo piano tenendo al centro proprio la cura del territorio e non puntare solo sui grandi ospedali".

L'intervista di Pierfrancesco Curzi