
Archi, ecco la rinascita del "ghetto" "A noi pionieri ci davano per matti"
di Pierfrancesco Curzi
Gli Archi, da ghetto a quartiere dove la rivalsa sociale passa attraverso il suo tessuto economico e commerciale. Sulle base delle esperienze vissute in altre grandi città europee, da Berlino a Liverpool passando per Edimburgo, una delle zone considerate ‘degradate’ in pochi anni si è trasformata grazie agli investimenti di qualità di operatori coraggiosi e avveduti: pionieri di un rilancio impensabile fino a 10-15 anni fa e che invece adesso sta conoscendo una sua ulteriore evoluzione, basti pensare anche al riconoscimento nazionale ottenuto dal ristorante "Sot’aj archi". Ci sono novità molto importanti sotto questo profilo. Presto il locale che per decenni ha ospitato la pizzeria ‘La Tartaruga’, chiusa da tantissimo tempo, rivivrà grazie al ristorante ‘da Miscia’, pronto a passare da piazza Rosselli davanti alla stazione a via Marconi. A breve aprirà una banca, servizio importante e ulteriore presidio della comunità e su piazza del Crocefisso c’è l’interesse per l’apertura di un locale da parte di Raval. Dai pionieri ai seguaci insomma e tra i primi non può mancare Egidio Amico: "Quando sei anni fa ho deciso di investire qui aprendo il mio locale in via Marconi molti mi davano per matto – spiega il titolare del pub e pizzeria ‘Sepofà’ – ‘Vai in un quartiere abbandonato e pericoloso’ mi dicevano, io invece sentivo che proprio qui agli Archi c’erano delle potenzialità straordinarie. Riguardando indietro avevo ragione".
Negli ultimi anni il quartiere ha compiuto un vero e proprio salto di qualità che non accenna a diminuire la sua dinamicità. Nuovi locali, nuovi negozi e dunque nuovi investitori: "C’è bisogno di nuove attività commerciali – aggiunge Amico – ci sono tanti spazi vuoti che potrebbero essere concessi per trasformate ulteriormente l’area. L’amministrazione comunale ha migliorato l’immagine con i lavori ad archi, marciapiedi, la piazzetta ecc, ora quella appena nominata non disperda il patrimonio e incentivi nuovi arrivi. Il mio sogno è vedere Ancona piena di nuovi locali e di entusiasmo. Vorrei, ad esempio, che piazza della Repubblica torni a essere la ‘piazza del Teatro delle Muse’ e non un parcheggio".
Ad accompagnare la virtuosa mutazione degli Archi effettivamente non si può dimenticare il restyling generale messo in pratica grazie ai fondi del Bando delle Periferie. Quel pacchetto di interventi è ancora attivo, ma entro il 2023 tutti i cantieri dovrebbero essere consegnati, per poi passare alla realizzazione della ciclopedonale, realizzata sul lato degli archi e non dove sussiste l’ultimo tracciato, ormai non più attivo: "Ben venga la pedonale, ma non si può prescindere neppure dal garantire i posti auto – puntualizza Silvia Mondaini, assieme a Graziella Dariozzi titolare del punto vendita di mobili e oggettistica vintage Bobeche, in via Marconi – Sì, lo possiamo dire, io e la mia socia siamo stati lungimiranti nello scegliere gli Archi, sono solo come base commerciale ma anche di vita visto che noi abitiamo agli Archi. Noi abbiamo creduto nelle potenzialità del quartiere, ci abbiamo visto qualcosa, mentre per altri era un’eresia. Il risultato dei lavori nel quartiere sotto il profilo estetico sono buoni, adesso la cosa importante, anzi decisiva, è mantenere lo status quo. Con ciò intendo curare tutti i dettagli, dalla pulizia ai cestini. Insomma, tutto bello, ma attenzione al decoro e alle manutenzioni".