
"Assalto" al cinghiale "Non si può più aspettare"
Un cinghiale, per ora, tiene sotto scacco Comune e Regione, ma Palazzo del Popolo ha fretta di risolvere la vicenda: "Non possiamo aspettare i tempi tecnici in merito alla promulgazione del piano regionale sulla fauna selvatica _ dice al Carlino il vicesindaco di Ancona, Giovanni Zinni _. Quel piano, che dovrà essere adottato entro la fine dell’anno, porrà delle linee guida che noi ovviamente rispetteremo, ma nel frattempo non possiamo non preservare la sicurezza dei cittadini. Siamo fuori dall’area parco del Conero e fino a quando gli ungulati erano dentro la Cittadella potevamo mettere in campo varie strategie per catturarli, chiudendo l’area al pubblico, mettendo foto trappole e via discorrendo. Se però l’animale, come nel caso del famoso cinghiale Alan, è fuori ci sono una serie di regole da rispettare. Abbiamo la necessità e l’urgenza di sistemare la faccenda entro poche settimane, al massimo un paio di mesi. Non possiamo correre il rischio di consentire una proliferazione dei cinghiali a spasso nelle aree urbane".
Il caso di Alan ha fatto scuola e probabilmente è sempre lui l’esemplare che viene ripetutamente segnalato tra il Pincio, la Cittadella e l’area a ridosso della sede regionale. Il timore dell’amministrazione comunale è che il numero possa aumentare, a quel punto il fenomeno potrebbe essere fuori controllo. Ci sono delle norme da rispettare, ma servono anche fatti concreti: "Ha ragione e per questo sto interessando della questione tutti gli enti possibili, compresa la Provincia e la Guardia forestale. Inoltre ho contattato un’organizzazione di volontariato che si occupa del tema cinghiali chiedendo una loro collaborazione. No, al momento non ci sono giunte altre segnalazioni di avvistamenti in altre zone della città, cosa che in passato è avvenuta. Siamo concentrati sull’area della Cittadella". Sulla questione degli ungulati interviene anche il consigliere regionale ed ex consigliere comunale di Ancona, Marco Ausili: "L’aumento della popolazione di cinghiale ha varie cause: espansione dei territori congeniali alla specie, boschi e campi abbandonati, incremento delle aree interdette alla caccia e un certo lassismo in materia dovuto a posizioni ideologiche. Lo scorso 3 luglio _ spiega Ausili _ il governo ha però fortunatamente adottato un piano nazionale straordinario per la gestione e il contenimento della specie. La Regione Marche sta lavorando al recepimento di tale piano. Questo consentirà una migliore programmazione, su basi scientifiche, del contenimento della specie, degli strumenti tecnicamente più efficaci per tale scopo e delle figure preposte al controllo, delineando anche possibili positivi scenari di valorizzazione della filiera delle carni di selvaggina".