
Assembramenti al Bar Manganelli
Ancona, 24 gennaio 2021 - La legge, o meglio il Decreto Conte, glielo permette: i locali di ristorazione collocati all’interno di porti e aeroporti, così come gli autogrill, possono restare aperti al contrario di quei bar, ristoranti e pub che si trovano in città. Questo per garantire il servizio di ristoro necessario ai transitanti che, però, vengono intesi come passeggeri, autotrasportatori e così via. Esclusi, dunque, sono i residenti in città. Venerdì pomeriggio, ad essere sanzionato dalla polizia ai sensi della normativa anti Covid, con la sanzione accessoria della chiusura del locale per 5 giorni a partire da ieri, è stato il Bar Manganelli, all’interno del porto. Il bar è finito nella maglia degli agenti delle Volanti e della Polmare, impegnati in uno dei tanti controlli effettuati per la verifica del rispetto delle norme anti Covid e per la prevenzione dei reati di microcriminalità estesi, per volere della Prefettura, anche all’interno dello scalo dorico. Ai servizi di controllo ha partecipato anche la squadra amministrativa della divisione Polizia Amministrativa e sociale, impegnata nel verificare se le norme previste dal Dpcm fossero rispettate. Al porto è stato però notato che, nel locale di Manganelli, vi erano delle persone assembrate davanti all’ingresso del bar ristorante, sedute ai tavoli del dehors e all’ingresso, in numero superiore a quello consentito dai relativi decreti. Gli agenti della questura hanno così iniziato a identificare i vari clienti, sanzionando non solo il proprietario ma pure 10 albanesi che erano seduti ai tavoli in numero superiore a quello previsto che è al massimo di 4. Che la movida anconetana si fosse spostata dalla città al porto, era ormai cosa nota soprattutto una volta venuti a conoscenza di questa deroga che va avanti da mesi. "Mi dispiace per i colleghi, ma se la legge può permettermi di lavorare… Anche noi comunque – ha detto Andrea Manganelli durante l’ultima puntata della trasmissione televisiva su ReteQuattro Dritto e Rovescio – ci troviamo in difficoltà perché nel fine settimana, faccia conto che tutta la città viene qua e non è facile per noi gestirli". A fermarsi nei locali, dovrebbero però essere solamente coloro che sono in procinto di partire o che comunque si trovano al porto, di passaggio, per lavoro. Molti anconetani hanno invece interpretato la deroga vedendo il porto come una sorta di ‘Isola delle Rose’. I controlli della polizia, va inoltre sottolineato, "non sono eseguiti – come specifica la questura – per punire o infliggere sanzioni, ma soprattutto per salvaguardare la salute di tutti noi e cercare di sconfiggere questo maledetto virus". Dunque non c’è l’intento di mirare e punire i locali del porto, ma quello di garantire la sicurezza sanitaria. Locali che non sono da definirsi ‘fuorilegge’ poiché c’è allo stesso tempo una legge che prevede la loro apertura seppur ad usufruire di questi punti di ristoro dovrebbero essere solo i viaggiatori. Dall’altro lato è pure vero che non sarebbe previsto il dover richiedere, da parte dell’esercente, un biglietto o altro che attesti che chi si siede al tavolo sia un anconetano o un forestiero.