Ancona, una baby gang spietata: "Ti tagliamo la testa"

Cinque minorenni in carcere: stalking ed estorsioni verso coetanei, anche minorati psichici. Minacce di morte a scuola e in strada

Una storia bruttissima di violenze commesse da minorenni su altri minorenni ad Ancona

Una storia bruttissima di violenze commesse da minorenni su altri minorenni ad Ancona

Ancona, 20 ottobre 2020 - Li aspettavano fuori dalla scuola oppure li andavano a cercare nelle piazze del centro, lungo il corso, nei ritrovi dove erano soliti passare i pomeriggi. Quando li trovavano iniziava il calvario. Schiaffi, pugni, persino sputi in faccia filmati anche con l’aiuto del telefonino per enfatizzare l’umiliazione e la sottomissione a cui sembravano essere condannati per sempre. "Non dirlo a casa se no ammazziamo i tuoi genitori", "Ti taglio la gola", "Ti metti in ginocchio, mi chiedi scusa e per me la cosa finisce". Frasi inquietanti, che riecheggiano scene di serie televisive in stile Romanzo criminale o Gomorra, ripetute da una baby gang di cinque minorenni e un maggiorenne (arrestato in precedenza su richiesta della procura ordinaria) finiti ora in carcere con l’accusa di stalking ed estorsione aggravata e in concorso.

Il gruppetto era solito farsi consegnare i soldi della paghetta arrivando ad infierire su almeno otto vittime, due addirittura affetti da una minorazione psichica. Le misure cautelari per i minorenni sono state emesse venerdì scorso dal gip Paola Mureddu su richiesta dalla Procura dei Minori. Dietro le sbarre di tre penitenziari minorili sono finiti ragazzi tra i 16 e i 18 anni (la maggiore età di uno è stata compiuta da poco ma era minorenne all’epoca dei fatti), ai quali sono contestati a vario titolo anche reati minori quali violenza privata, lesioni e minacce.

Altri otto (ci sarebbe anche una ragazza), sempre minorenni, sono indagati a piedi libero per gli stessi reati della baby banda perché avrebbero contribuito ad aiutarli nei loro scopi anche se in maniera più marginale. Il maggiorenne, oggi 20enne, è finito in carcere a luglio, con le stesse accuse ma qui procede la procura ordinaria e il giovane si trova attualmente ai domiciliari.

Un gruppo criminale ben solido, tra loro diversi giovani di origine rom, che era arrivato a descrivere anche che fine avrebbero fatto i corpi delle vittime che avevano sotto tiro con minacce ripetute come queste: "Ti prendiamo a sprangate e ti lasciamo morire a terra", "Ti picchiamo, ti ammazziamo e ti mettiamo dentro quei sacchi" alludendo ai sacchi neri della spazzatura. L’indagine, partita a fine 2019, dopo la denuncia di un genitore che era riuscito a raccogliere testimonianze disperate del proprio figlio, è stata portata avanti per oltre un anno dalla squadra mobile di Ancona diretta da Carlo Pinto e dalla polizia giudiziaria di due Procure.

Gli investigatori sono risaliti ad episodi accaduti addirittura nel 2018, tutti ad Ancona. Interessata anche una scuola superiore della città diventata teatro di alcune delle angherie subite dalle vittime. I baby bulli hanno agito anche alle giostre di piazza d’Armi, e in alcune piazze limitrofe a corso Garibaldi. Durante una aggressione una vittima ha subito anche la rottura degli occhiali da vista. La squadra mobile ha raggiunto i minorenni nelle loro abitazioni e, dopo le formalità di rito negli uffici della Questura di Ancona, sono stati portati degli istituti penali minorili di Bologna (due), Napoli (altri due) e Roma (uno). Per un 16enne ieri mattina si è già tenuto l’interrogatorio di garanzia, nel carcere di Napoli, avvalendosi però della facoltà di non rispondere. "Era presente solo in un paio di episodi marginali – ha detto il suo avvocato, Michele Carluccio – che verranno chiariti ma non ha mai usato violenza. Chiederò la revoca della misura". Per gli altri l’interrogatorio di garanzia è stato fissato per domani.