MARINA VERDENELLI
Cronaca

Caccia alla droga killer. Overdose fatale in piazza, il pusher ora è a processo

Il 45enne morì nei bagni pubblici dopo una dose di eroina, ma qualcuno aveva riconosciuto lo spacciatore da un cappellino e da uno scaldacollo.

Caccia alla droga killer. Overdose fatale in piazza, il pusher ora è a processo
Caccia alla droga killer. Overdose fatale in piazza, il pusher ora è a processo

Riconosciuto da un cappellino e da uno scaldacollo che indossava. La polizia aveva trovato gli indumenti in casa sua, dopo una perquisizione e dopo che alcuni testimoni avevano riferito proprio su quegli accessori come i particolari della persona che aveva acquistato e ceduto la droga. Così è stato individuato il pusher della dosa fatale che, nel gennaio del 2019, stroncò Andrea F., 45 anni, di Palombina. L’uomo andò in overdose nei bagni pubblici di piazza d’Armi, al Piano, e dopo tre giorni morì in ospedale. A processo, per quella morte, è finito un 57enne milanese, che vive stabilmente ad Ancona, e al tribunale dorico è in corso il dibattimento davanti alla giudice Martina Marinangeli. L’imputato, difeso dall’avvocato Giacomo Girombelli, è accusato di cessione di sostanza stupefacente e morte come conseguenza di altro reato. Ieri mattina, in aula, sono stati sentiti due poliziotti che si erano occupati dell’intervento. Uno ha raccontato come erano riusciti ad individuarlo, recandosi a casa sua per una perquisizione e dove era stato trovato anche un involucro con tracce di eroina, la stessa che aveva assunto la vittima. Anche il cellulare era servito ad individuare più chiamate tra lui e la vittima. Dopo il malore nei bagni, avvenuto il 5 gennaio 2019, gli agenti avevano avviato una indagine sentendo alcuni conoscenti e amici della vittima che quel giorno lo avevano visto per l’ultima volta vivo. Dopo alcune settimane erano arrivati al nome del milanese. Il 45enne non sarebbe stato da solo quando aveva assunto l’eroina. Gli amici avevano fornito elementi utili alla polizia a rintracciare il pusher che si è sempre difeso sostenendo di essere estraneo ai fatti. L’autopsia disposta allora aveva chiarito che a causare la morte era stata proprio la sostanza stupefacente. Era pomeriggio quando quel 5 gennaio arrivò la telefonata al 118 segnalando una persona in difficoltà dentro la toilette del Piano. A farla sarebbero stati proprio gli amici che erano con la vittima quel giorno e che avrebbero assunto la stessa sostanza senza però conseguenze letali. Sul posto era arrivata una ambulanza che aveva trasportato il 45enne, in condizioni già disperate, all’ospedale di Torrette dove era stato ricoverato in prognosi riservata nella clinica di Rianimazione. Dopo tre giorni di coma era morto. Il pusher identificato dalla polizia avrebbe fornito la droga al 45enne poco prima di raggiungere i bagni pubblici in piazza d’Armi, in piazza Ugo Bassi. Una dose killer. I familiari dell’uomo avevano acconsentito alla donazione degli organi.