GIACOMO GIAMPIERI
Cronaca

Fu la guerra a dividere i fratelli

Lasciarsi, ancora prima della guerra, ma senza sapere se un giorno la vita li avrebbe fatti incontrare ancora. Accadde questo...

Lasciarsi, ancora prima della guerra, ma senza sapere se un giorno la vita li avrebbe fatti incontrare ancora. Accadde questo ai fratelli Mario e Attilio Manini, nati e cresciuti ad Ancona, figli di una famiglia assai conosciuta a Torrette, costretti a migliaia di chilometri di distanza l’uno dall’altro complice l’insorgere del regime fascista. Mario, dichiaratamente antifascista e fervido oppositore della dittatura, fu costretto da giovane ad emigrare in Argentina. Per ragioni politiche, ovviamente. Ma anche per cercare fortuna in sud America, dove poi trovò lavoro e si fece una famiglia. Non una scelta facile, lasciando dietro sé la protezione di casa e gli affetti. Ma un percorso comune a tanti italiani, in quegli anni, che s’imbarcarono con una valigia carica di aspettative di un futuro migliore e migrarono dallo Stivale verso l’Argentina. Attilio, invece, rimase nell’Anconetano. E proprio nel quartiere di Torrette crebbe la sua famiglia, che risiede lì a tutt’oggi. Sono stati i nipoti di Mario e Attilio, ovvero Roberto Eduardo Martich e Ernesto Manini, a potersi incontrare decine di anni dopo. Intrecciando le radici di un albero genealogico che sta assumendo ramificazioni diverse. Ma continua a germogliare.