"Egregio sig. Sindaco...". Inizia così il testo di un post-lettera scritto da Francesco Rubini (Altra Idea di Città) in cui chiede conto a Silvetti delle sue dichiarazioni: "La domanda che, assieme ad altri colleghi dell’opposizione, le ho rivolto circa la serenità dell’assessora nello svolgere le sue funzioni a causa della dura prova umana che si trova a vivere nulla ha a che vedere con sciacallaggi di qualsiasi natura ai quali lei fa riferimento, ma riguardano esclusivamente i gravissimi e violenti fatti che hanno coinvolto i sanitari e le strutture del pronto soccorso presumibilmente per responsabilità del familiare dell’assessora Latini. Il funzionamento politico amministrativo della città è affidato a lei dagli elettori e per sua delega agli assessori che lei sceglie in base alla legge. Prendendo atto delle sue rassicurazioni circa la completa capacità operativa dell’assessora anche in questo doloroso frangente che è circoscritto al suo ruolo di madre che va umanamente compreso, con la stima reciproca che ritengo immutata, la inviterei ad adoperare termini più appropriati e rispettosi del lavoro dei gruppi di minoranza. Lo sciacallo, animale da nessuno amato, avrebbe potuto eventualmente essere tirato in ballo da lei e a più riprese nei riguardi di molti suoi partner di maggioranza quando si distinguevano a più riprese nella persecuzione dei senzatetto e dei migranti". Un concetto analogo a quello di Rubini è stato espresso dal collega di opposizione Carlo Pesaresi (Ancona Diamoci del Noi) all’interno della sua rivista politica ‘Ancona a colori’.
Cronaca"Caro Silvetti, noi non siamo degli sciacalli. La invitiamo a usare dei termini più appropriati"