
Una delle proteste dei lavoratori
Quasi 200 esuberi alle cartiere fabrianesi (ex Miliani), oggi il giorno della verità con l’atteso faccia a faccia tra vertici del gruppo Fedrigoni e sindacati. L’azienda illustrerà le proposte per ridurre gli esuberi e, secondo quanto trapela annuncerà l’intenzione di non chiudere (al 31 dicembre) Fabriano e Rocchetta "stabilimenti che continueranno a lavorare per altri tipi di carte Fedrigoni e a marchio Fabriano" ha assicurato l’Ad Marco Nespolo che, a poche ore dal summit, ha spiegato: "Al tavolo con i rappresentanti sindacali porteremo le nostre proposte, soluzioni diversificate e possibili ricollocazioni per abbassare di molto le 195 persone (dipendenti di Giano srl, la società che sarà chiusa, ndr) che lavorano negli stabilimenti di Fabriano".
"Non abbiamo alcuna intenzione – ribadiscono dall’azienda - di lasciare le Marche ne’ di rinunciare a un brand che rappresenta un’eccellenza del made in Italy nel mondo. Dal 2020 abbiamo investito nelle Marche 60 milioni di euro e siamo passati da 718 a 840 lavoratori nei nostri 5 stabilimenti sul territorio. Non sono numeri di un’azienda che se ne vuole andare". "A Rocchetta – spiegavano ieri dal gruppo - chiuderà solo il reparto di taglio della carta e resterà il centro logistico che gestisce le spedizioni". Dunque oggi sul piatto l’azienda porterà un taglio di alcune decine di esuberi grazie alla ricollocazione di una parte di maestranze nella produzione di carte diverse da quelle da ufficio la cui produzione cesserà a Natale. Intanto proseguono l’ondata di solidarietà ai dipendenti Giano e le sollecitazioni verso le istituzioni regionali e nazionali per chiedere l’intervento di salvataggio da parte dell’istituto Poligrafico dello Stato.
"La proprietà attuale del gruppo Fedrigoni - rimarca Marta Ruggeri, capogruppo M5S in consiglio regionale - è di due fondi d’investimento internazionali che operano secondo logiche di carattere finanziario. Un approccio speculativo del tutto estraneo a qualsiasi principio di responsabilità sociale dell’impresa. Questa circostanza non induce all’ottimismo. E’ chiara la strategia di spacchettamento adottata dalla proprietà, che nella Giano S.r.l. ha separato l’attività meno redditizia del gruppo, quella delle risme di carta per ufficio, nell’ottica di una sua dismissione. E’ pertanto indispensabile un autorevole intervento del Governo, che può mettere a disposizione strumenti idonei per superare la crisi e indirizzare la proprietà verso soluzioni di ristrutturazione alternative al licenziamento collettivo. In quest’ottica deve essere percorsa anche l’ipotesi d’intervento dell’Istituto Poligrafico dello Stato che, ricordiamo, è stato protagonista del distretto fabrianese della carta fino al 1999".
Sara Ferreri