"La mia casa occupata, odissea senza fine"

L’incredibile storia di Annunziata Brandoni, ex preside, costretta a incatenarsi

Annunziata Brandoni

Annunziata Brandoni

Ancona, 15 novembre 2014 - Essere proprietari di un appartamento e non poterlo utilizzare perché occupato abusivamente. E’ l’incubo che da oltre 8 anni sta vivendo Annunziata Brandoni. Il monolocale, in via Villarey 2, era prima abitato da una famiglia di marocchini che non ha mai pagato l’affitto, quindi da una signora italiana, vicina di casa, che dopo una scrittura privata che ne definiva la prevendita, non ha però mai pagato. Ad oggi, questa storia ha creato alla signora Brandoni un danno di quasi 100mila euro tra spese per l’avvocato, pratiche varie, arredamento interno, ristrutturazione avvenuta prima della ‘vendita’ e bollette dell’acqua mai pagate dall’attuale inquilina. Una situazione che l’ha portata all’esasperazione tanto che, notando il disinteresse da parte del Comune che, all’inquilina abusiva ha dato anche la residenza, ha deciso di procedere con dei sit-in regolari nella mattinate di lunedì e giovedì e, quindi, di incatenarsi in segno di protesta al cancello di quella che è, a tutti gli effetti, la propria casa. 

Lo ha definito «un appartamento senza pace» dato che, pur essendo il suo, non può utilizzarlo poiché occupato abusivamente. Qual è la storia?

«Un monolocale che avevamo acquistato nei primi anni Novanta come pied à terre lavorando allora mio marito come infermiere ed io come preside in Ancona. Appartamento che è nelle mani di persone che lo hanno occupato abusivamente, ci hanno fatto e fanno i loro comodi, e noi paghiamo tasse, spese condominiali e quanto altro».

Quando è avvenuta la prima occupazione?

«Nove anni fa da parte di un tunisino con la moglie e due figli, cacciato dall’abitazione dove risiedeva perché moroso e anche violento. Approfittando che il locale era aperto perché presente un muratore che doveva fare dei lavori, entra, caccia l’operaio dopo essersi fatto dare le chiavi ed occupa l’appartamento: da allora minacce con il coltello a mio marito che chiedeva di regolarizzare la situazione con un contratto d’affitto, bollette tutte a nostro carico, via vai di persone non identificate, probabilmente clandestini, alcuni dei quali dormivano su cartoni nel nostro giardinetto, sopralluoghi dei carabinieri, polizia, ufficio igiene ma nessuno li caccia, non si può neanche staccare acqua, metano ed energia elettrica perché ci sono bambini».

Voi avete sporto denuncia?

«Sì, dopodiché la causa ma la giudice non ci dà ragione: dice che la casa non è occupata da quelle persone perché nessuno ha risposto al campanello, non c’era il nome dell’abusivo sulla porta e questo risultava residente in altra abitazione. Eppure i sopralluoghi delle forze dell’ordine sono tutti verbalizzati».

Però di lui vi siete liberati...

«Nel 2010 mio marito che era andato a guardare dalla rete del giardinetto, nota che le persone che ci occupano casa non sono le stesse. Il tunisino aveva affittato ad altri il nostro appartamento ed era tornato al suo paese. Uno dei ‘nuovi’ viene anche arrestato perché ricercato per furto».

Poi, l’incubo si ripete...

«Una vicina di casa ci chiede di venderle l’appartamento. Stipuliamo una prevendita con scrittura privata preparata dal suo avvocato e firmiamo davanti a lui che ci conferma che la causa c’è stata e i soldi arriveranno nel giro di un paio di mesi, ma nulla. Proponiamo di stipulare un contratto di affitto e fissiamo vari appuntamenti, ma lei non si presenta mai. La polizia dice che non può farla uscire, devo fare causa. Ma io non mi fido più della giustizia, visto come è finita l’altra causa».