
L’impianto per il trattamento dei rifiuti ospedalieri sparisce dai progetti "Sul nostro territorio resta soltanto quella all’ex Montedison".
La centrale a idrogeno alla Baraccola per il trattamento dei rifiuti ospedalieri sparisce dall’orizzonte della giunta comunale. A dirlo, senza tema di smentite, è lo stesso primo cittadino: "L’unica centrale del genere che verrà realizzata nel territorio è quella di Falconara all’ex Montedison – spiega Daniele Silvetti al Carlino – ad Ancona non c’è alcuna intenzione di farla. In effetti non ci sono atti che ne attestano l’intenzione di volerla mettere a regime". In realtà la centrale della Baraccola, in origine da realizzare in un terreno compreso tra la Publineon e l’azienda dolciaria Giampaoli, era entrata quasi subito nella lista delle ‘cose da fare’, ossia nelle linee di programma della giunta di centrodestra a inizio mandato, al pari dell’impianto di cremazione al cimitero di Tavernelle. Lo stesso sindaco ne aveva annunciato la realizzazione in tempi non sospetti e poi ne aveva avallato l’iter. Della centrale alla Baraccola si era parlato già alla fine del 2023, ma soprattutto nel marzo 2024 quando, in sede di assestamento di bilancio, il tema era rispuntato fuori.
Palazzo del Popolo contava di trattare i rifiuti ospedalieri nell’impianto a idrogeno che avrebbe prodotto energia e un supporto economico annuo pari a svariati milioni di euro. L’idea, così come per il crematorio, era quello di avviare attività e servizi utili alla cittadinanza, ma con l’obiettivo primario di fare cassa per reperire risorse e migliorare i bilanci comunali così ingessati. A occuparsi del dossier ‘centrale a idrogeno’ fino alla prima metà del 2024 è stato Francesco Bastianelli, membro dello staff del sindaco, licenziato all’inizio del gennaio scorso a causa di una serie di procedimenti disciplinari in parte legati alle sorti dell’Ancona del calcio. Bastianelli aveva interessato gli uffici competenti ed era arrivato a un buon punto sul fronte della centrale, poi le sue vicissitudini lo hanno fatto uscire dal Comune, ma gli incartamenti del progetto idrogeno sono passati proprio agli uffici competenti. Nei mesi scorsi fonti riservate, interne all’amministrazione comunale, ci avevano confermato che l’iter stava procedendo; le stesse fonti, contattate in via informale nei giorni scorsi, hanno confermato che il progetto resta attivo, ma si è momentaneamente fermato. Non è un caso che i lavori per l’impianto di cremazione di Tavernelle, dopo mesi di polemiche e scontri con la cittadinanza, siano stati fermati dal sindaco stesso e posticipati in autunno, dopo le elezioni regionali di fine settembre.
Pierfrancesco Curzi