Chalet, asta deserta. Ora rischia il Mercato

L’ex sindaco Santarelli: " La storica attività che lo animava venne fatta chiudere in fretta". La giunta: "La congruità dei prezzi è decisiva"

Chalet, asta deserta. Ora rischia il Mercato

Chalet, asta deserta. Ora rischia il Mercato

Chalet dei Regina Margherita con il suo bando andato deserto e locali commerciali sotto il loggiato San Francesco: divampano le polemiche. Qualcuno punta il dito contro i canoni troppo elevati, anche per la gestione del mercato coperto e la giunta Ghergo si difende. Intanto è stato emanato un nuovo avviso specifico per i locali dei numeri civici 17 e 18, sotto il loggiato di San Francesco (locali cd. ‘ex-Superman’). "E se dopo lo Chalet andasse deserto anche il bando per il Mercato Coperto ?- attacca l’ex sindaco Gabriele Santarelli - Ricordo che la storica attività che animava la struttura venne fatta chiudere a forza a fine 2023 per fare lavori di ammodernamento dei locali, con fondi e progetti lasciati dalla nostra amministrazione, che non potevano essere rimandati ‘altrimenti perdiamo il finanziamento’. Peccato che pochi giorni dopo, il Gal che è l’Ente che gestisce quei fondi abbia concesso una proroga fino a fine 2024". "Riteniamo importante – spiegano dalla giunta - chiarire i criteri normativi e i vincoli posti dalle leggi vigenti per concedere l’utilizzo di beni del patrimonio comunale a soggetti privati. A tutela dell’Erario, l’Ente è tenuto per legge ad assicurare la congruità dei prezzi di concessione. Per valutare se i prezzi sono congrui si effettuano perizie e si prendono normalmente a riferimento le quotazioni dell’osservatorio del mercato immobiliare denominate Omi. Discostarsi da tali criteri significherebbe agire con soggettività, con il rischio di assegnare in concessione un bene, a un soggetto che lo gestisce a scopo di lucro, per sei/nove anni, a un prezzo più basso di quello derivante dallo schema di calcolo convenzionale: sarebbe configurabile un danno erariale. Inoltre – aggiungono - i canoni proposti negli avvisi recentemente usciti, oltre ad essere mediamente più bassi di quelli delle concessioni in vigore nelle stesse zone per altri locali commerciali, sono stati calcolati riferendosi ai valori minimi consentiti dalle tabelle Omi. Se, come accaduto per alcuni locali, l’avviso redatto secondo i criteri oggettivi sopra citati va deserto, il Comune ha la possibilità, secondo il regolamento comunale vigente, di andare in trattativa privata alle stesse condizioni dell’avviso (non altre) o emettere un nuovo avviso a condizioni diverse. In questo caso, e solo in questo caso, gli amministratori comunali sono legittimati a rivedere le condizioni di assegnazione anche al ribasso, sempre motivando la scelta. Va anche chiarito – aggiungono - che attualmente l’Ente, vista la necessità di assicurare altri servizi incomprimibili a vantaggio della Comunità, non ha disponibilità di risorse per il recupero diretto di immobili destinati, ad esempio, ad uso commerciale".

Sara Ferreri