Anconambiente, concorso vietato agli over 40. "E' giusto così, non temiamo ricorsi"

Il bando nel mirino dei sindacati, ma il presidente Gitto non fa dietrofront: "Ci sono anche lati positivi"

Il presidente di Anconambiente Antonio Gitto

Il presidente di Anconambiente Antonio Gitto

Ancona, 19 ottobre 2019 - Quasi una trentina di lavoratori interinali ultra 40enni della provincia, in buona parte esodati di aziende in default, tra qualche mese sono destinati a perdere l’occupazione temporanea e non avranno nemmeno la possibilità di riconquistarla perché privati dell’accesso al concorso per la stabilizzazione per ragioni anagrafiche. Alzano la voce i sindacati di categoria dopo la decisione di Anconambiente di emanare, con ogni probabilità entro la fine dell’anno, il nuovo bando per l’assunzione di diverse decine di lavoratori a tempo indeterminato, tagliando fuori buona parte dei precari che sono attualmente in servizio. 

Indietro non si torna, anche a costo di eventuali ricorsi giudiziari degli esclusi che "siamo certi di vincere, avendo studiato i precedenti". È il presidente di ‘Anconambiente’ Antonio Gitto a confermare al Carlino come la società specializzata nei rifiuti operante in quattro città della provincia bandirà un concorso per una quarantina di nuovi dipendenti a tempo indeterminato con accesso consentito solo agli ‘under 40’, tagliando quindi fuori una trentina di lavoratori interinali sui 45 attualmente in servizio sui vari mezzi.

Presidente, i sindacati e perfino i primi cittadini speravano che vi sareste fermati e avreste rivisto i parametri: perché non l’avete fatto? «In realtà ad inizio settimana ci siamo presi alcuni giorni di pausa per effettuare le verifiche, da cui è emerso che anche altre società del settore affini alla nostra attive in regioni diverse, in passato avevano fissato questo paletto anagrafico. Qualcuno dei non ammessi ha presentato ricorso, ma i giudici lo ritengono accoglibile solo in caso di assenza di una valida motivazione».

E voi ce l’avete? «Direi proprio di sì. Il limite anagrafico non è un vezzo, ma una reale necessità per esigenze professionali. Parliamoci chiaro: operare sei ore al giorno sollevando continuamente contenitori di rifiuti assai pesanti con ripetute discese e risalite sui mezzi, é a tutti gli effetti un lavoro usurante, non a caso ben remunerato. In passato è già successo che persone avanti con l’età si siano infortunate o non siano state in grado di reggere ritmi così serrati, ma noi abbiamo bisogno di persone forti, in salute e pienamente sul pezzo per garantire al cittadino-utente un servizio adeguato».

Oggi, però, più della metà degli interinali sono ultra 40enni: come la mettiamo? «Lo dice la parola stessa, sono interinali, quindi lavoratori a termine. Ora risultano idonei, ma quando si parla di stabilizzazione pensiamo a persone che magari anche tra venti o trent’anni saranno ancora con noi».

Sia sincero: almeno un po’ non le dispiace tagliare fuori chi sta già lavorando per voi e sperava in un posto fisso? «Umanamente è così, ma dobbiamo ragionare in termini aziendali e guardare anche al futuro. Magari non possiamo aiutare qualche padre di famiglia di oggi, ma daremo una grossa mano a tanti giovani che fanno fatica a costruirsi un futuro, concedendo loro una grande occasione. E poi mi lasci dire una cosa a cui tengo».

Faccia pure... «Qualche malumore lo posso capire, ma sinceramente speravo che qualcuno mettesse in evidenza anche il lato positivo. Era dal 2011 che non si effettuava più un concorso. Potevamo continuare nel segno della precarietà e della temporaneità del lavoro con una scelta tutto sommato più comoda, invece puntiamo a stabilizzare 40 persone».