Consulta del commercio, il debutto del delegato

La nascita della Consulta comunale sul Commercio e sull’Artigianato suscita polemiche: opposizione e sindacati esclusi, maggioranza al controllo. Progetto criticato e difeso durante la discussione in Commissione.

Parte la discussione sulla nascita della Consulta comunale sul Commercio e sull’Artigianato: opposizione e sindacati tenuti fuori, mentre aumenta il controllo della maggioranza. Quello di ieri mattina all’interno dell’VIII Commissione (presieduta dal vicepresidente, Francesco Andreani, in luogo del presidente Parri che si è dimesso una decina di giorni fa) è stato il primo passaggio di un documento su cui il centrodestra, giunta e maggioranza, non vogliono fare sconti. Ora il documento passerà in giunta per la stesura e poi di nuovo una seduta della Commissione e infine il voto per l’adozione in Consiglio comunale. È il dato politico quello interessante emerso dalla seduta pubblica di ieri dove è emerso come la Consulta potrebbe essere il primo esempio pratico dell’uso da parte della giunta Silvetti dei Consiglieri Delegati. Una norma discussa e approvata nei mesi scorsi che prevede la delega delle funzioni ai consiglieri comunali da parte dell’esecutivo, non necessariamente soltanto di centrodestra, in alcuni ambiti specifici. Ecco che per la Consulta del Commercio e dell’Artigianato la delega potrebbe ricadere sul capogruppo di Fratelli d’Italia, Jacopo Toccaceli. In attesa di questo particolare, in pratica resta la decisione di applicare il regolamento della Consulta, uno strumento usato in passato dal centrosinistra, ma senza grandi risultati. Ora la destra rilancia il progetto e lo fa invitando dentro la Consulta le quattro associazioni di categoria principali – Confartigianato, Cna, Confcommercio e Confesercenti – Alle sedute saranno presenti l’assessore competente, Angelo Eliantonio e appunto il consigliere delegato, forse Toccaceli. La minoranza ha visto questa scelta come una sorta di ‘controllo del manovratore’ da parte della giunta e ha criticato il fatto di essere stata lasciata fuori assieme alle organizzazioni sindacali. Critiche in tal senso sono arrivate da Susanna Dini, Mirella Giangiacomi e Federica Fiordelmondo (Pd), Carlo Pesaresi (Ancona Diamoci del Noi), Massimo Mandarano (Italia Viva), Diego Urbisaglia (Ancona Futura) mentre a difendere il progetto è stato Arnaldo Ippoliti (Ancona Protagonista) oltre allo stesso Toccaceli.