REDAZIONE ANCONA

Covisoc Ufficiale: niente serie C per l’Ancona

Sentenza scontata dopo il mancato pagamento degli ultimi stipendi. Ora parte la corsa per iscriversi almeno al campionato di D

Covisoc Ufficiale: niente serie C per l’Ancona

La sentenza della Covisoc in merito alla regolarità della domanda d’iscrizione dell’Ancona è stata emessa ieri. Una sentenza scontata, ovviamente. Per ragioni che sarebbe interessante approfondire – i due soci dell’Us Ancona si rimpallano responsabilità come in un beach volley estivo – l’Ancona ha presentato la sua iscrizione alla serie C regolarmente pagata e corredata di fideiussione, ma senza uno dei requisiti indispensabili per poter ottenere la cosiddetta licenza nazionale che permette la disputa del prossimo campionato: quello, appunto, di aver pagato gli ultimi stipendi relativi a marzo e aprile. Niente requisito entro lo scorso 4 giugno e niente serie C, quindi, senza se e senza ma. Si può sempre fare ricorso al consiglio federale, ma l’Ancona non ha nessuna ragione da far valere. Gli stipendi non ci sono, mister Tiong non li ha pagati né Canil lo ha fatto per conto del maggiore azionista.

Ieri dunque la Covisoc ha solo messo il timbro dell’ufficialità su quanto era atteso da mercoledì scorso, dopo il guazzabuglio del giorno precedente con cui l’Ancona e il suo proprietario sono venuti meno al pagamento e, di conseguenza, all’impegno preso con la città. La data di ieri decreta di diritto, oltre che di fatto, l’apertura di una nuova pagina di storia calcistica dorica. Mentre da un lato mister Tiong si affretta a tutelare la sua immagine tramite lo studio legale Giangrande e, dall’altro, Mauro Canil ribadisce i suoi pagamenti effettuati nei mesi scorsi in nome e per conto dello stesso Tiong, per salvare la baracca, di fatto ora il testimone passa nelle mani del sindaco Daniele Silvetti che ha cominciato da giorni il percorso per portare l’Ancona a iscriversi, ripulita dei debiti, in serie D. Il conto alla rovescia è cominciato e ci sarebbero al vaglio già cinque proposte, non solo anconetane.

Giuseppe Poli