Crollo ponte A14, Emidio Diomede Antonella Viviani morti schiacciati. Chiesto il processo

Nei guai in 18, tra dirigenti e tecnici per la tragedia avvenuta due anni fa

Il ponte crollato in A14 due anni fa (Foto Antic)

Il ponte crollato in A14 due anni fa (Foto Antic)

Ancona, 23 agosto 2019 - Ponte crollato in A14 oltre due anni fa e coniugi ascolani uccisi nell’auto rimasta schiacciata: chiesto il processo per 18 persone e quattro società, Autostrade per l’Italia (Aspi) e Spea Engeneering, committenti dei lavori, Pavimental, quella appaltante, e la Delabech alla quale i lavori furono subappaltati. L’udienza preliminare è stata fissata per il 9 dicembre. Quasi dimezzato il numero degli indagati, da 41 a 26 tra persone fisiche e società, e stralciate altre quattro posizioni.

Rivisto anche il capo d’imputazione dove oltre all’omicidio colposo ora viene contestato, a vario titolo, l’omicidio stradale in merito alla responsabilità per la sicurezza della circolazione. Rimasto tra le ipotesi di reato anche il crollo colposo e la violazione delle norme sulla sicurezza del luogo di lavoro.

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Era il 9 marzo del 2017 quando crollò il ponte 167, tra i caselli di Ancona sud e Loreto. Il moncone piombò sulla carreggiata uccidendo Emidio Diomede e Antonella Viviani, di Spinetoli, e ferendo tre operai. A rischiare il processo sono rimasti i due ingegneri responsabili del procedimento per Autostrade, Giovanni Scotto Lavina, di Roma, che avrebbe omesso di verificare l’idoneità del piano di sicurezza, e Guido Santini, di Roma anche lui. Sempre per Autostrade per l’Italia il rinvio a giudizio è stato chiesto per Sergio Paglione, di Campobasso, responsabile del procedimento e lavori fino al 2014.

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Per la società in house Pavimental rischiano il processo l’amministratore delegato Franco Tolentino, di Roma, Alberto Di Bartolomeo, romano, rappresentante dell’appaltatore, Vittorio Banella, di Varese, direttore di cantiere, Gennaro Di Lorenzo, di Napoli, direttore tecnico e Pierpaolo Cappelletti, di Spoleto, capo cantiere. Per la società di progettazione dei lavori, la Spea Engeneering, il rinvio a giudizio è stato chiesto per Raffaele Ricco, di Cisternino, progettista, Alberto Selleri, bolognese, progettista e ingegnere direttore tecnico, Giuseppe Giambalvo, di Palermo, progettista e ingegnere del progetto esecutivo, il direttore dei lavori Francesco Morabito, di Milano ma residente a Civitanova, e Francesco D’Alterio, di Mondolfo, coordinatore in materia di sicurezza e salute.

Per la Delabech, l’azienda che materialmente ha eseguito i lavori, rientrano a rischio processo l’amministratore unico Riccardo Bernabò Silorata, di Napoli, Stefano Lazzerini, di Grosseto, socio, Luigi Ferretti, di Figline Valdarno, direttore tecnico del cantiere e Nicola Chieti, di Cerignola, capo cantiere e Roberto Marnetto, di Roma, progettista.