REDAZIONE ANCONA

Davide e Irene, i volontari del pronto soccorso

Lui 19 anni, lei 25. Benigni (Ast): "Formati per l’accoglienza, otto sono impiegati a Jesi anche al Cup, front office e laboratorio analisi"

Davide e Irene, i volontari del pronto soccorso

Loro sono Davide ed Irene, lui, 19 anni di Moie, studia per entrare in medicina, lei 25 anni, di Jesi, è laureata in Psicologia. Sono i volontari del servizio civile che prestano il loro servizio al pronto soccorso dell’ospedale Carlo Urbani. Una novità per il pronto soccorso jesino già sperimentata prima del Covid ma ora ripresa anche su sollecitazione del coordinatore del Tribunale del Malato Pasquale Liguori alla luce delle criticità per le carenze di organico e i lunghi tempi di attesa.

"Si tratta di ragazzi che sono stati formati per l’accoglienza – spiega Valeria Benigni responsabile del servizio civile dell’Ast Ancona -. Quest’anno sono 28, dai 18 ai 28 anni nella nostra azienda di cui 8 a Jesi non solo al pronto soccorso ma anche al Cup e front office, laboratorio analisi, dipartimento di salute mentale e distretto. Sono di supporto e sostegno alle persone che nel caso del pronto soccorso sono in attesa e anche per alleggerire il lavoro degli operatori. Noi vagliamo le domande indagano soprattutto se c’è la giusta motivazione nei ragazzi". "L’obiettivo è creare un ponte tra l’interno del pronto soccorso e la sala d’attesa.

Spesso i pazienti una volta fatto il triage non conoscono il loro codice e quindi il display che indica i tempi di attesa non è così leggibile per loro. Questi ragazzi dovrebbero spiegare quanto c’è da attendere e perché. Chiedere ai pazienti-utenti se hanno bisogno magari di qualcosa, fosse solo una bottiglia d’acqua. Un modo per fare in modo che si sentano presi in carico. Accoglienza e confort in un momento non semplice per chi si rivolge al pronto soccorso".

"In ufficio probabilmente mi sarei annoiato - spiega Davide Zeffiro -. Ho studiato al biologico sanitario e vorrei entrare in medicina, non escludo di entrare un giorno come medico in pronto soccorso.

Con il servizio civile al pronto soccorso mi rendo utile e al contempo conosco questo mondo e vedo tanti casi. Molti mi ringraziano anche solo per averli coinvolti e guidati. Per ora non ho dovuto gestire situazioni difficili ma capisco anche l’esasperazione delle persone che debbono aspettare anche dieci ore".

Irene Maria Rabboni è psicologa, è assegnata al dipartimento di salute mentale ma presta servizio anche al pronto soccorso: "Possiamo ascoltare e cercare di essere d’aiuto – commenta -. Non è molto visto che parliamo di persone malate o che soffrono ma consiglierei ai miei coetanei di farlo, è un percorso di vita al servizio degli altri, molto importante anche per se stessi".

Sara Ferreri