Denuncia choc "Violentata da mio cognato"

Avrebbe abusato sessualmente di lei quando il marito era in carcere e lei frequentava la casa della sorella che le dava una mano

Denuncia choc "Violentata da mio cognato"

Denuncia choc "Violentata da mio cognato"

Il marito era in carcere e la donna era tutti i giorni a casa della sorella e del cognato. Lì ci mangiava, ci portava i bambini prima di andare al lavoro e ci tornava anche di pomeriggio. Le cose sarebbero proseguite così fino a quando il cognato non avrebbe abusato di lei sessualmente. Con la scusa di starle vicino e aiutarla economicamente si sarebbe presentato a casa della donna e dopo averla trascinata in camera da letto l’avrebbe violentata. Lei non era riuscita a denunciare subito quell’abuso, ma poi, preso coraggio, si era rivolta alla stazione dei carabinieri, alla Montagnola, dove ascoltata dai militari aveva detto: "Sono stata violentata da mio cognato".

I carabinieri avevano avviato un’indagine coordinata dalla pm Irene Bilotta e dopo poco tempo il gip, su richiesta della Procura, aveva emesso un divieto di avvicinamento: doveva stare lontano 200 metri dalla cognata. Chiesto il giudizio immediato l’accusato, un 55enne di origine rom, è finito a processo per violenza sessuale continuata e minacce, davanti al collegio penale presieduto dal giudice Carlo Cimini.

La denuncia fatta ai carabinieri risale a febbraio del 2023 e l’episodio dell’abuso è avvenuto, stando alle accuse, a novembre del 2022. Ieri il procedimento è arrivato a sentire i testimoni della difesa, rappresentata dagli avvocati Luca Pellegrini e Matteo Bettin, la sorella della vittima (nonché moglie dell’imputato), una nipote e un vicino di casa. Tutti i testimoni hanno riferito che i rapporti in famiglia sono stati sempre tranquilli e la nuora non aveva mai dato impressione di subire nulla. "Mia sorella lasciava i figli a casa nostra – ha testimoniato la moglie dell’imputato – per andare al lavoro. S’intratteneva con noi, cenava con noi, era serena e con mio marito scherzava tranquillamente. Avances sessuali? Mai state, non mi ha mai detto nulla". Anche la nipote ha parlato di rapporti familiari buoni: "Mia zia era in pace con se stessa".

Stando alle accuse invece il 55enne avrebbe iniziato ad importunare la cognata, parte civile nel processo con l’avvocato Germana Riso, già sette mesi prima che il marito venisse arrestato. Prima erano solo battute spinte che le avrebbe rivolto quando non era presente il coniuge. In una occasione avrebbe tentato di baciarla negli ascensori del tribunale di Ancona, in un’altra nel garage dell’albergo dove la vittima lavorava. A novembre del 2022 il marito era finito in carcere e lei, rimasta sola, si sarebbe trovata in casa più volte il cognato che si presentava quando i figli della donna erano a scuola. Una mattina è avvenuta la violenza sessuale con la vittima che ha cercato di opporsi graffiandolo al petto. Lei per un po’ ha taciuto poi, vedendo che l’uomo voleva rifarlo gli avrebbe detto di smetterla o avrebbe informato i suoi familiari. Lui per tutta risposta l’avrebbe minacciata così: "Provaci e dopo vediamo". L’imputato avrebbe preteso anche una prestazione sessuale in cambio di dare il suo benestare per un lavoro da trovare al marito della vittima. Prossima udienza il 12 giugno per sentire altri testimoni e sentenza.