
La prima edizione della stampa della Divina Commedia di Dante Alighieri datata 1472, e forse anche la seconda di pochissimi mesi dopo, potrebbero essere state realizzate su carta filigranata fabrianese. Proprio nell’anno in cui cade la ricorrenza dei sette secoli dal decesso del sommo poeta toscano, la Fondazione Fedrigoni dà il via alla ricerca che potrebbe portare ad avere contezza di come il primo libro del capolavoro di Dante sia stato realizzato - in parte o interamente - su carta prodotta in città.
"Purtroppo non sapremo mai quale carta è stata utilizzata direttamente dallo scrittore fiorentino, perché non sono mai stati ritrovati i fogli originali amanuensi", fanno sapere dalla Fondazione guidata dalla coordinatrice Livia Faggioni, sempre all’opera, anche in questo periodo di pandemia, all’interno della sede cittadina. A meno di clamorosi rinvenimenti in futuro, dunque, diventa impossibile sapere quali siano stati utilizzati dal geniale autore toscano, ma ormai da tempo si fa largo l’ipotesi che la prima stampa, decisiva per la veicolazione del capolavoro, sia avvenuta su carta filigranata cittadina.
"Grazie all’archivio digitale delle filigrane fabrianesi che abbiamo recentemente realizzato, ora è possibile effettuare comparazioni con altri documenti e attestarne affinità e compatibilità", sottolinea il ricercatore Giovanni Luzi della Fondazione fabrianese in primissima linea quando si tratta di tutelare e valorizzare il patrimonio comunitario. Proprio Luzi nel fine settimana sarà al Castello Sforzesco di Milano per acquisire digitalmente alcuni documenti della biblioteca trivulziana, in particolare una delle pochissime copie della prima stampa della Divina Commedia rimaste in circolazione. Si tratta del volume realizzato nel 1472 da un imprenditore tedesco stampato nella vicina località umbra di Foligno. Si potrà, quindi, comparare quella carta filigranata e le sue caratteristiche, con le migliaia di documenti fabrianesi presenti nell’archivio digitale, dando avvio nelle prossime settimane ad una serie di verifiche. Ma sono previste anche ricerche direttamente a Firenze, contando di poter visionare alcuni codici d’epoca e magari avere modo di effettuare monitoraggi diretti anche sulla seconda stampa della Divina Commedia, ugualmente disponibile nel 1.746, pochi mesi dopo.
In quel caso l’attribuzione è incerta tra Verona e Jesi, in quanto lo stampatore era originario della località veneta, ma secondo alcune ricostruzioni si sarebbe trasferito nella località della vallesina. La speranza, appunto, è di completare la ricognizione sui testi storici entro la conclusione dell’anno, visto che il 2021 è una data particolare non solo per i 700 anni dal decesso del poeta fiorentino. Proprio in questi giorni, infatti, ricorre il decennale della nascita della Fondazione fabrianese, la cui mission di custode della storia della città viene espletata sotto varie forme. In primis proprio la conservazione degli antichi documenti ‘made in Fabriano’ in forma fisica ed ora sempre più anche in digitale.
Alessandro Di Marco