Don Gino si difende: "Non sono un untore"

Il parroco finito al centro di una polemica dopo la positività di due ragazzi e un’educatrice: "In quei giorni ero con altri bambini"

Don Gino Pierosara parroco a Marischio

Don Gino Pierosara parroco a Marischio

"Su questa vicenda sono girate falsità incredibili: non sono un untore nè un irresponsabile e mai sono andato in giro con la febbre". Don Gino Pierosara, dalla sua abitazione parrocchiale della frazione di Marischio, fa chiarezza in questi giorni in cui, in seguito alla sua positività al Covid, nel Fabrianese sono circolate le più disparate ricostruzioni, incluse le accuse di mancata cautela e precauzioni nei suoi confronti.

"Cominciamo - dice lui - dalle tre positività (due allievi e un’edicatrice, ndr) registrate nel gruppo di catechismo, la cui ultima riunione è stata effettuata sabato 23 gennaio e io quel giorno non ero presente. Seguo, infatti, un mini gruppo dei ragazzini più piccoli. Con loro ho fatto lezione mercoledì scorso, quando non avevo alcun sintomo". Poi, giovedì, i primi segnali. "Appena ho avvertito qualche linea di febbre, ho rinunciato ad andare a pranzo alla Casa del Clero, dove abitualmente mi reco sul pari di tanti altri sacerdoti. Quella, del resto, è un po’ come la mensa per gli operai, dove comunque a tavola siamo sempre distanziati, prova ne è che nessuno degli altri sacerdoti quarantenati ha contratto l’infezione. Tornando a me, proprio giovedì ho prenotato io stesso un esame di verifica per il giorno dopo in una struttura sanitaria privata e mi sono attivato con un collega per far officiare a lui il funerale previsto in una piccola frazione per il giorno dopo, cioè venerdì. Insomma, mi sono subito auto quarantenato". Quanto, invece, a chi adombra la sottovalutazione del virus, Don Gino replica che "ho sempre seguito tutte le norme. A messa - aggiunge - utilizzo la mascherina nel momento della comunione e quando mi avvicino al coro per leggere i passi del Vangelo. Mascherina, ovviamente, anche durante il catechismo. Io negazionista? Non ho mai negato il virus tanto meno il fatto, palese, che esista. Tuttavia, questo sì, continuo a pensare che il clamore mediatico attorno a questa patologia sia eccessivo, perché considero, dati alla mano sulla mortalità, altre malattie molto più gravi, a cominciare da quelle oncologiche, per poi proseguire con le paotologie cardiache e quelle debilitanti come la Sla e similari. Ora io stesso a 72 anni sto provando il virus. Certo che non è affatto piacevole, ma dopo la febbre di giovedì, venerdì e sabato ora sto meglio e dalle visite dei medici mi è stato riferito che anche la situazione polmonare è buona quindi posso proseguire la convalescenza in isolamento a Marischio".

Alessandro Di Marco