
E lo chiamano "Pace": "Tra incuria e spaccio. Un parco abbandonato trasformato in latrina"
Incuria, sporcizia e spaccio: scatta l’allarme, al Piano, tra i residenti di via Ragusa e di via Sebenico. A puntare il dito contro il parco della Pace, diventato fin troppo divisivo, è un giovane residente della strada che lo costeggia. "Un uomo, l’altro giorno, defecava nel verde, mentre nel parco c’era un bambino con la nonna", denuncia il giovane che chiede l’anonimato a tutela della propria privacy. "La situazione – racconta – è diventata insostenibile, qui non si vive più in tranquillità. Io – confessa – sono in pensiero quando i miei familiari devono rincasare a tarda sera. Questa zona è diventata ormai terra di nessuno e mi spiace molto dirlo".
Poi, comincia a snocciolare i problemi: "Le scene di degrado sono ormai all’ordine del giorno – riflette – Mercoledì scorso, ad esempio, mi sono affacciato dal balcone della mia abitazione. Sotto di me, nel parco, uno straniero stava defecando". Il ragazzo si riferisce al "cortile che sta sotto le scuole Podesti, ora chiuse. Quell’uomo era intento nel fare i propri bisogni vicino l’entrata, a due passi dal cancelletto di ferro. A pochi metri, c’era un’anziana con il nipote. Non mi sembra sia normale vedere certe cose in un quartiere abbastanza centrale di un capoluogo di regione".
Invoca più controlli e riporta episodi di spaccio che si consumerebbero fra "i cespugli troppo alti e il verde incolto. Alcuni ragazzi entrano nell’erba alta con degli zaini, li posano e se ne vanno. Poi, qualcuno arriva, li prende. È un continuo via vai di facce losche. L’altra volta, passando, ho notato un cane il cui guinzaglio era appeso a un cestino della spazzatura. Mi sono preoccupato, pensavo fosse abbandonato. Quindi mi sono avvicinato, ma quando l’ho fatto ho notato un uomo dietro i cespugli, forse un pusher".
La scorsa settimana, "dopo aver parcheggiato l’auto, ho visto un signore di origine africana che faceva pipì dietro un cespuglio con suo figlio. Gliel’ho fatto notare, mi ha risposto che gli scappava e che non sapeva dove andare. Per quieto vivere, a volte, taccio perché si rischia la vita, a volte, con questa gente, ma è ora di cambiare". Quindi, l’appello alle autorità: "Chiediamo maggiori controlli, una presenza regolare delle pattuglie di polizia e carabinieri. E ben venga l’installazione di un sistema di videosorveglianza con telecamere che registrino e trasmettano immagini in tempo reale alla sala operativa delle forze dell’ordine. Qui abitano famiglie con bambini e non si possono assistere a scene di questo genere – tuona – Il parchetto apre alle 6 e chiude alle 21 ma le reti lungo il perimetro sono rotte e chiunque può entrare a qualsiasi ora del giorno e della notte".