GIANMARCO MINOSSI
Cronaca

"E’ una cosa inaccettabile. Questa volta sarà dura"

Vincenzo Guerini, il mister della serie A: "Ricominciare da chi ama l’Ancona"

"E’ una cosa inaccettabile. Questa volta sarà dura"

"Questa volta è davvero dura da digerire, perché è una cosa che è giunta a tutti in maniera inaspettata. Anch’io, da tifoso, mi sento tradito": parole di Vincenzo Guerini, il mister della prima storica Serie A, che come tutti i tifosi anconetani si dice deluso da questo nefasto epilogo, l’ennesimo, del calcio dorico. Parla con il cuore da tifoso Guerini e non potrebbe essere altrimenti: nelle sue parole si percepisce il senso di scoramento di uno che l’Ancona ce l’ha davvero nel cuore e che fatica ancora a metabolizzare quanto accaduto.

Mister Guerini, come sta vivendo questa situazione?

"Malissimo: è stato come un fulmine a ciel sereno. Mai avrei pensato che si riuscisse a combinare anche questa. Ero contento che la squadra, pur tra tante sofferenze, si fosse salvata: l’ultima cosa che mi aspettavo era che la società non si iscrivesse al campionato, pensavo fosse uno scherzo. Ho vissuto una situazione simile anche a Catania due anni fa, ma lì era diverso: qui ad Ancona ho proprio un legame affettivo".

Ha mai avuto il sospetto, dopo i continui rinvii di Tiong, che potesse venir fuori una vicenda simile?

"Quando ho visto che non concludeva ancora l’accordo per la realizzazione del centro sportivo, ho cominciato ad avere qualche sospetto: mai però avrei pensato che si arrivasse addirittura a non inscrivere la squadra. Questo mi ha fatto arrabbiare molto e mi ha ferito profondamente. Sentivo che non c’era più quella voglia di investire, ma da lì a far fallire la società, ce ne passa. Quelli che ci hanno rimesso più di tutti sono i tifosi, che resteranno in una città che ancora non si sa se avrà più una squadra da tifare".

Più deluso da Tiong o dal comportamento di Canil e Nocelli? "Secondo me sono stati ingannati anche Canil e la Nocelli: quello che non tollero è che ci si è ridotti all’ultimo minuto. A cosa è servito il viaggio ad Hong Kong dell’amministratore delegato? Se io vedo che i bonifici non arrivano, faccio esplodere la bomba, almeno do la possibilità a qualcuno di trovare i soldi per poter iscrivere la squadra al campionato. Così si è distrutto un patrimonio morale e pratico, con un settore giovanile e un centro sportivo che vanno a farsi benedire. Sono sconcertato, perché sono stati bravi a nascondere tutto fino alla fine. Una cosa del genere non è accettabile, perché stiamo parlando di una piazza con una certa tifoseria alle spalle, non di Matelica, con tutto il rispetto". Roberto Ripa, che lei conosce dai tempi della Fiorentina, le ha mai detto qualcosa in questi mesi?

"A lui avevo consigliato di dare le dimissioni, visto il suo demansionamento, ma mi disse che non se la sentiva di compiere questo passo in un momento così complicato per la squadra. Io al posto suo sarei andato via". Perché secondo lei ad Ancona non c’è la volontà di investire sulla squadra della città?

"Bella domanda: secondo me pensano che sia tutto facile. C’è da investire e da sudare, ma soprattutto servono persone competenti e che abbiano passione e rispetto: qui non c’è stato rispetto per nessuno".

Può esserci ancora spazio per il calcio ad Ancona?

"Io ho una gran paura: spero che si riparta almeno dalla Serie D, perché mi rifiuto di credere che si possa ripartire da una categoria ancora più bassa. Mi auguro che venga coinvolto qualcuno della prima Serie A, i vari Gadda, Bruniera, Bertarelli, ecc. Persone che abitano ad Ancona e che sono innamorati della maglia: solo così, secondo me, si può rinascere".