
Una vista dall’alto della splendida baia di Portonovo
I cambiamenti climatici sono sempre più evidenti, l’Adriatico è sempre più povero di pesce, la pesca industriale sta riducendo il fondale ad un deserto e specie aliene hanno iniziato a colonizzarlo, l’enogastronomia del territorio è sempre più a rischio per la scomparsa di specie marine una volta simbolo del territorio come il mosciolo, l’indotto legato al turismo, primaria fonte di economia regionale, è ferito dai problemi che il mare sta affrontando. L’Area Marina Protetta può rappresentare la soluzione se non di tutti della maggior parte dei problemi. Questo quanto ribadito ieri a Portonovo, dove al SeeBay si è svolto il convegno: "Area Marina Protetta del Conero e del Piceno. Prospettive in dialogo" organizzato dall’Iniziativa per l’Europa e per l’Ambiente, associazione anconetana di giovani professionisti attivi nel mondo del sociale, del rispetto della legalità e dell’ambiente.
L’incontro, coordinato da Gianluca Carrabs, è stato aperto dalla presidente Giulia Stronati cui è seguito l’intervento del prof Carlo Cerrano della Politecnica: "I vantaggi sono notevoli – ha detto – sia dal punto di vista ecologico che economico. L’area del Conero, che rappresenta nell’Adriatico un punto chiave di ristoro, rifugio e riproduzione di molte specie, sarebbe riqualificata e aumenterebbe il turismo di qualità. No restrizioni ma ottimizzazione della fruizione". Ancona ha due importanti centri di ricerca marina, quello della Politecnica e del CNR, quest’ultimo rappresentato ieri da Gian Marco Luna di rientro da Nizza per la terza Conferenza mondiale per la protezione degli oceani. "Dobbiamo lavorare tutti insieme – ha sottolineato – per istituire le AMP coinvolgendo istituzioni, associazioni, cittadini, settori dell’industria, in questo percorso, con l’ambiente al centro con un tavolo tecnico come quello del mosciolo che ha portato ad una posizione condivisa". Luna ha ribadito l’importanza della "disseminazione della conoscenza della ricerca marina per contrastare le fake news che circolano sull’argomento, la necessità di trasformare la pesca industriale con la ricerca e la tecnologia, la necessità di maggiori controlli. Dell’AMP del Piceno hanno parlato l’avvocato Paolo Canducci e il prof Massimo Rossi che ha svelato ai presenti la quasi certezza che nel programma PD per le prossime elezioni regionali, ci sarà anche l’istituzione delle due aree marine delle Marche. Aree che rientrano negli interessi di chi di turismo vive in questi territori. Annamaria Ciccarelli presidente dell’associazione albergatori Riviera del Conero ha sottolineato che "AMP è una opportunità ma non è sufficiente. Servono scelte coraggiose da parte degli amministratori. Le normative esistenti dovrebbero essere applicate in mare, come disciplinare la pesca ed effettuare maggiori controlli sulla depurazione delle acque. Questo mare non ha più pesce e questo mette in crisi l’enogastronomia del territorio che rappresenta il nostro punto di forza".
Presente anche Slow Food Marche con il suo consigliere regionale Roberto Rubegni: "Oggi più di prima – ha evidenziato – va ripreso il percorso della costituzione dell’AMP. Il mare sta soffrendo moltissimo e questo progetto è una battaglia di civiltà. Basta con i piccoli egoismi, il mare è un bene di tutti e per questo deve essere tutelato".
Claudio Desideri