REDAZIONE ANCONA

Evaso ad Ancona: al killer era stato negato un permesso premio

Scappato giovedì mattina intorno alle 9, la sua assenza è stata notata solo a mezzogiorno. Stava lavorando all’esterno del carcere senza scorta

Xhevdet Plaku, albanese, 45 anni ad aprile, evaso dal carcere di Ancona giovedì mattina

Xhevdet Plaku, albanese, 45 anni ad aprile, evaso dal carcere di Ancona giovedì mattina

Ancona, 25 gennaio 2025 – La caccia all’uomo non si ferma, ma dell’evaso dal carcere Ancona Barcaglione non c’ nessuna traccia. Di Zhevedet Plaku, albanese, 45 anni da compiere in aprile, non si sa più nulla da giovedì mattina quando è scappato dal carcere approfittando del fatto che stava pulendo gli uffici esterni alla struttura penitenziaria senza scorta, una mansione affidatagli in ragione della sua buona condotta. Ma l’area dove stava lavorando non è recintata: ci sono solo campi da attraversare senza dare troppo nell’occhio.

Quando è evaso

Che fosse fuggito è diventato chiaro intorno a mezzogiorno di giovedì 23, ora in cui viene fatta la conta dei detenuti di metà giornata.

Ma le telecamere del carcere, non visionate in tempo reale, lo hanno ripreso attorno alle 9 mentre si allontana, dopo aver buttato della spazzatura. Ha avuto quindi tre ore buone per darsi alla macchia prima che iniziassero le prime ricerche e adesso potrebbe essere ovunque.

Di cosa è accusato

Era in carcere per reati di rapina e droga: in totale doveva scontare sette anni e gliene mancavano circa due. Proprio per l’avvicinarsi del fine pena e per la buona condotta, gli era stato assegnato un lavoro all’esterno con alle mansioni di pulizie e libertà di movimento, senza scorta. 

Ma nel suo passato ci sono altre accuse, ben più pesanti. Pare che in Albania penda su di lui una condanna a 22 anni per omicidio. Eppure questa accusa non era nota alla giustizia italiana. “Se si viene condannati in un paese estero – spiegano dal carcere di Barcaglione – e non vengono emesse custodie cautelari in ambito internazionale l’Italia non è a conoscenza”.

Comunque, anche in Italia, nel 2000, è stato accusato di avere ucciso un connazionale durante un regolamento di conti a colpi di pistola nel Savonese, dove avrebbe ucciso un altro albanese per la gestione di un traffico di prostitute. 

L’altra fuga

Inseguito da un mandato di cattura internazionale, era stato portato in Italia dall’Albania e sottoposto a misura di carcerazione preventiva. Ma un vizio procedurale l’aveva rimesso in libertà e già in quella occasione si era fatto uccel di bosco, scappando in Olanda. Lì era stato di nuovo catturato nel 2013. Processato per i fatti di sangue in Liguria, pare sia stato assolto

Permesso premio negato

Recentemente però, il tribunale di sorveglianza di Ancona gli aveva “negato un permesso premio – spiega il Garante per i diritti della Persona delle Marche, Giancarlo Giulianelli –. A febbraio, si sarebbe dovuta svolgere un'udienza per discutere l'eventuale concessione di una misura alternativa dell'affidamento in prova o dei domiciliari per scontare il resto della pena. Circostanze che potrebbero aver indotto il detenuto a premeditare la fuga in vista di un eventuale pronunciamento negativo dei giudici, a seguito del mancato permesso”.

L’inchiesta

Sull’evasione è stata ovviamente aperto un fascicolo di inchiesta della Procura: per ora non responsabilità per ora da parte di polizia e direzione del carcere.

“Un danno per altri detenuti”

“Come Garante - spiega all’Ansa Giulianelli - dispiace questo episodio che si colloca in un momento particolare e un circolo virtuoso creato nel carcere di Barcaglione. Il mio timore - ha aggiunto - è che possa andare a danneggiare gli altri detenuti per i quali stiamo facendo, a mio avviso, un buon lavoro di reinserimento, grazie anche alle società che si sono prese in carico i ragazzi che hanno concluso lo stage. Un'iniziativa partita dal garante ma che ha coinvolto la magistratura, il carcere, i detenuti e la società civile. Il timore è che questo circuito si possa irrigidire”.