Finti vaccini, il giro s’allarga dopo le "verità" di Luchetti

Gli interrogatori dell’infermiere hanno confermato la tesi degli inquirenti. Molte di più le persone che hanno avuto accesso al Green pass facile

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L’inchiesta sui finti vaccini per far avere Green pass facili, è tutt’altro che conclusa. Che il giro si stesse allargando lo si era intuito leggendo le duecento pagine dell’ordinanza con cui la Procura di Ancona ha chiesto e ottenuto dal Gip del tribunale dorico cinquanta misure cautelari per gli organizzatori del pietoso raggiro e per coloro che ne hanno usufruito a mani basse, non facendosi alcuno scrupolo sulla fine che avrebbero poi fatto le dosi di vaccino non somministrate. Il coinvolgimento di altre persone sin dall’inizio è apparso scontato.

Gli inquirenti hanno avuto la conferma alle loro tesi dai due interrogatori a cui è stato sottoposto in settimana l’infermiere Emanuele Luchetti, il principale accusato nell’ambito dell’inchiesta "Euro green pass". Il 51enne falconarese, sanitario di professione e maestro di zumba per diletto e necessità, ha detto prima al Gip e ha ribadito due giorni dopo al pm Ruggero Dicuonzo, titolare del fascicolo, di non essere la mente di tutto.

Di essere, quindi, sono l’anello di una catena. Sicuramente ampia, visto il coinvolgimento che si allarga sempre di più. Ma resta da capire allora chi veramente ha avuto l’idea di imbastire un’attività criminale di questo livello. Due le strade battute dagli investigatori della squadra mobile di Ancona. La prima: l’appetito vien mangiando. In sostanza Luchetti è stato usato per il suo ruolo di infermiere vaccinatore al centro Paolinelli di Ancona e per il facile accesso alle carte. La conoscenza di un medico, il dottor Carlo Miglietta, poi rivelatosi un boomerang per chi credeva di poter farla franca, potrebbe aver senza dubbio ingolosito Luchetti e non solo lui. Ma anche il ristoratore di Civitanova Daniele Mecozzi, l’avvocato Gabriele Galeazzi (di cui parliamo a fianco). Le altre sembrano figure minori in questo scacchiere, ma tutti hanno avuto un ruolo e hanno contribuito ad ingrassare il sistema, portando ad Ancona persone che non avevano alcuna intenzione di vaccinarsi, ma che avevano estrema necessità di mettersi in tasca il Green pass dopo la stretta del Governo che impone la vaccinazione per lavorare.

La seconda strada battuta è quella del mondo no vax. Una sorta di cupola trasversale a ogni ceto sociale e professionale, che sovrintende tutto e tutti, capace di dare ordini e di organizzare qualsiasi cosa pur di evitare le vaccinazioni. In questo caso Luchetti non sarebbe il deus ex machina del sistema, ma senza dubbio pedina fondamentale, in quanto vero artefice delle finte vaccinazioni e del gesto ignobile del siero spruzzato nei bidoni o addosso ai camici di lavoro che ha scandalizzato l’Italia intera. Una pista a dire il vero più frutto di un romanzo che della realtà. Perchè dalle carte dell’inchiesta non emergono figure di spicco capaci di poter orchestrare un giro simile. Ci sono persone di piccolo-medio cabotaggio (anche alcuni sanitari) che l’hanno fatto per ignoranza ed egoismo. Anche per il semplice gusto di poter trovare la scorciatoia perchè terrorizzati dal vaccino o convinte dalle chiacchiere senza base dei negazionisti. Il filo conduttore di tutta l’inchiesta e del suo sviluppo di queste ultime ore è proprio questo: un giro di favori sciatto, avente come unico scopo il Green pass a ogni costo.

Andrea Massaro