MARINA VERDENELLI
Cronaca

Ancona, fiocina puntata contro i figli: “Correte, papà ci vuole uccidere”

Tra i ragazzi e il padre sarebbe scoppiato un litigio per vecchie ruggini e sono arrivati alle mani. I due sono riusciti a fuggire e hanno chiamato il 112. La polizia li ha trovati in strada in stato di choc

Sul posto è accorsa una Volante

Sul posto è accorsa una Volante

Ancona, 17 gennaio 2025 – Passa a trovare l’anziana madre e in casa ci trova i suoi due figli, con cui non correva buon sangue. Tra i ragazzi e il padre scoppia un litigio per vecchie ruggini e la discussione finisce prima alle mani e poi con minacce di morte. L’uomo, un 58enne anconetano, avrebbe preso un fucile da pesca subacquea che era nell’abitazione, di proprietà di uno dei figli, lo avrebbe imbracciato e avrebbe minacciato i due ragazzi di usarlo per ucciderli. In casa è scoppiato il fuggi fuggi. I due figli hanno cercato prima un riparo poi sono corsi via dall’appartamento, vicino al viale della Vittoria, nel quartiere Adriatico. Correndo a gambe levate sono arrivati fino alla caserma dei carabinieri di via Piave, chiusa a quell’ora perché era sera, e con il cellulare hanno chiamato il 112 per chiedere aiuto. “Papà ci vuole uccidere”, avrebbero detto i ragazzi, poco più che 30enni.

Una pattuglia delle Volanti della polizia è arrivata in via Piave trovando i due fratelli per la strada, sotto choc. E’ partita una denuncia d’ufficio perché i poliziotti sono andati nell’abitazione della nonna e hanno trovato sia il padre che il fucile, a terra. Era la sera del 19 gennaio dello scorso anno. Il 58enne è finito a processo per minacce aggravate dall’uso dell’arma. Ieri mattina si è aperto il processo e davanti al giudice Roberto Evangelisti è stato sentito uno degli agenti intervenuti quella sera. “Abbiamo visto i due ragazzi spaventati – ha riferito il poliziotto in aula – poi siamo andati nell’appartamento che ci hanno segnalato, lì a pochi metri. In camera da letto abbiamo trovato la fiocina da sub, a terra, vicino ad un armadio. Aveva l’elastico inserito ma non era teso per sparare. Il fucile insomma così non era armato”. Segni di colluttazione sono stati trovati sono nella camera da letto, il resto della casa era in ordine.

Stando alle dichiarazioni rese dai ragazzi quella sera il padre avrebbe messo le mani al collo ad uno dei due figli e poi sarebbe andato ad imbracciare la fiocina munita di arpione. L’imputato, difeso dall’avvocato Pietro Sgarbi, ha sempre respinto le accuse sostenendo che è stato lui ad essere aggredito dai figli rimediando una ferita sopra ad un occhio. L’uomo quella sera è stato portato in ospedale a bordo di una ambulanza e ha anche un referto medico. La fiocina non l’avrebbe toccata. Ieri dovevano testimoniare anche i due figli ma non si sono presentati.

Il giudice ha disposto nei loro confronti un accompagnamento coatto per la prossima udienza, fissata per il 10 aprile. Dovranno pagare anche 200 euro di sanzione ciascuno per non essersi presentati. La sera delle minacce erano dalla nonna, che erano passati a trovare, poi si erano trattenuti lì perché influenzati.