
Il Fosso del Vallone, a Casine di Paterno, mette il Comune e alcuni frontisti contro. Una battaglia legale collegata alla...
Il Fosso del Vallone, a Casine di Paterno, mette il Comune e alcuni frontisti contro. Una battaglia legale collegata alla necessità di intervenire con dei lavori di manutenzione che però sono qualcosa di più in relazione agli eventi calamitosi dello scorso settembre, quando le esondazioni di molti corsi d’acqua della città e della provincia provocarono danni ingenti. Nel caso della frazione anconetana il contenzioso è nato dopo la pubblicazione di un’ordinanza da parte del Comune a fine novembre. L’ordinanza obbligava un gruppo di cittadini residenti nel tratto di interesse a ridosso del canale, una decina scarsa di famiglie (compresa una ditta privata), a svolgere dei lavori piuttosto onerosi. Lavori ‘di sponda’, così vengono descritti dall’amministrazione comunale rispetto ai terreni di proprietà delle famiglie in questione.
La notte tra il 18 e il 19 settembre scorsi le abbondanti piogge hanno provocato l’esondazione anche del fosso in questione, ma in quella zona (siamo all’altezza del campo sportivo di Casine di Paterno) i danni potrebbero essere stati provocati anche da altri fattori, compresa la strettoia del corso d’acqua all’altezza del ponte stradale. Insomma, il vulnus è legato alla necessità di obbligare o meno chi di dovere a effettuare degli interventi idraulici e ingegneristici che vadano oltre una ordinaria manutenzione. Tradotto, interventi molto onerosi per migliaia, o meglio decine di migliaia di euro, che i proprietari dei terreni potrebbero non essere in grado di sostenere. Da qui la scelta delle famiglie di rivolgersi a un legale, l’avvocato Salvatore Menditto, e di rivolgersi al Tar delle Marche attraverso un’istanza cautelare. L’udienza è attesa forse già entro la fine mese, o al massimo entro l’inizio del prossimo. Ricordiamo che in quella zona l’amministrazione comunale ha in piedi il progetto di un collegamento pedonale tra un parcheggio da realizzare nei pressi del campo sportivo, l’orto botanico e la selva di Gallignano.