Gli angeli del fango armati con stivali e pale

Tanti i giovani volontari che si sono uniti alla popolazione devastata dall’alluvione. Ecco chi è in prima linea per salvare il salvabile

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Jonathan, Alexandra, Francesca, Michele, Matteo. Sono soltanto alcuni degli ‘Angeli del fango’ che da ieri mattina sono scesi in strada per rimuovere il disastro causato dall’alluvione. Da Ostra a Sassoferrato, passando per Barbara e tanti altri piccoli comuni dell’ Anconetano, centinaia di giovani e adolescenti si sono armati di stivali e pale e senza paura si sono messi al lavoro. Hanno il volto giovane e pulito e ricordano, seppur con tutte le differenze del caso, quanto accaduto durante la terribile alluvione di Firenze del novembre 1966, passata alla storia proprio per la grande solidarietà garantita dai giovani. La stragrande maggioranza di loro ignora chi fossero gli ‘Angeli del fango’ di Firenze, tanto da restare sorpresi e compiaciuti per il paragone: "È nostro dovere aiutare in questi momenti, noi non ci arrendiamo e vogliamo tornare quanto prima alla normalità".

In generale ieri lungo tutta la valle del Misa colpita dall’alluvione centinaia di persone si sono rimboccate le maniche mostrando una laboriosità e una dignità incredibili. La distruzione è la prima immagine che colpisce appena si arriva nelle zone colpite. Le auto sollevate e scagliate a centinaia di metri come se fossero di carta, le linee nere sui muri fuori e dentro gli edifici che mostrano il livello incredibile raggiunto dall’acqua. E poi il fiume, erroneamente considerato responsabile, visto che il dito, semmai, andrebbe puntato verso i soprusi dell’uomo contro la natura. Dopo la folle ondata di giovedì sera ieri si presentava meno minaccioso, quasi impaurito, con l’acqua torbida color fango come le sue sponde. Una volta smaltite le tonnellate di fango, sperando che il meteo non torni a giocare brutti scherzi, sarà complicato liberarsi anche delle macerie prodotte nelle case e lungo le strade, dei rifiuti e via discorrendo. Effetti collaterali di un evento calamitoso epocale. Tante le emozioni forti tra cui, infine, gli occhi lucidi di chi, osservando la sua casa o il suo negozio distrutti, ha espresso un senso di impotenza.