REDAZIONE ANCONA

Ha perso un rene l’uomo ferito nella sparatoria

Ha perso un rene e la prossima settimana sarà sentito in caserma, dai carabinieri, sulla fuga spericolata che poteva costargli vita. Sono le ultime novità che emergono dalla sparatoria di Posatora, quella avvenuta nella notte del 6 marzo scorso, dove un carabiniere del Norm ha fatto fuoco contro una Polo Volswagen, guidata da un osimano di 53 anni che non si era fermato all’alt e dopo un inseguimento da brivido che ha attraversato mezza città. Il colpo di pistola sparato dall’arma di ordinanza aveva colpito il portellone posteriore della vettura ed era entrato nell’abitacolo ferendo il 53enne nella parte bassa della schiena, vicino ad un fianco. L’uomo era stato ricoverato in ospedale, a Torrette, in prognosi riservata ma non era stato mai in pericolo di vita. Per quello sparo i medici gli hanno dovuto togliere un rene e oggi è ancora sotto cura anche se è stato dimesso dall’ospedale. La prossima settimana sarà sentito dai carabinieri, alla presenza del suo avvocato, Ennio Tomassoni. A carico del 53enne c’è un fascicolo aperto in procura, dal pm Paolo Gubinelli, per resistenza a pubblico ufficiale e falso. Anche la compagna, una 52enne di Loreto, che si trovava sul posto del passeggero quella notte, è stata indagata per resistenza a pubblico ufficiale. Come atto dovuto, e a sua garanzia, la procura aveva indagato anche il brigadiere che ha sparato, un 47enne, con una lunga esperienza di pattuglia. E’ accusato di lesione colpose. Il militare aveva fatto fuoco perché la Polo Volkswagen, poco prima di arrivare a Posatora, dopo un inseguimento che era partito da via del Castellano, aveva speronato l’auto di servizio dei carabinieri che erano riusciti a bloccare il 53enne alla guida ma poi il veicolo aveva ingranato la retromarcia quasi investendo il carabiniere che era sceso e si stava dirigendo verso il fuggitivo. La Polo aveva poi proseguito fino a Posatora, fermandosi in via del Fornetto, percorrendo quindi un altro chilometro ancora, solo perché aveva urtato un cartello stradale, salendo su un marciapiede e bucando così una ruota. Nella vettura fu trovato un flaconcino di metadone appartenente al guidatore, in cura al Sert, mezzo vuoto. L’auto non era assicurata, il 53enne guidava con la patente scaduta da tre anni e la targa che aveva era stata clonata da un’altra realmente esistente e intestata ad una donna di Ravenna. La targa era stata attaccata con un velcro. Dove l’abbia avuta dovrà spiegarlo ai carabinieri. La fuga potrebbe essere stata giustificata da tutte queste mancanze. Perquisita l’abitazione, ad Agugliano, dove l’uomo abitava con la donna che era in auto con lui, non è stato trovato infatti nulla di compromettente.

Marina Verdenelli