REDAZIONE ANCONA

I bancarellari ai negozianti: "Noi le vittime"

Si inasprisce la polemica per i banchi lungo corso Garibaldi davanti alle vetrine: "Non vogliamo scontri"

I bancarellari ai negozianti: "Noi le vittime"

"Siamo noi i danneggiati, non i negozianti di Corso Garibaldi". Lo sostengono all’unisono i bancarellari del centro, che hanno subìto il trasferimento da Corso Mazzini e vivono di proroghe mensili per continuare a lavorare in Corso Garibaldi. La loro presenza, però, come avevamo documentato tre giorni fa, provoca malumori in alcuni esercenti che sono infastiditi dal fatto che i loro stand si trovino "davanti alle vetrine dei locali e ciò – a detta loro – provoca persino un calo delle vendite. Nei nostri negozi – ci avevano raccontato delle commesse del centro – non entra più nessuno perché si fermano tutti ad acquistare in bancarella, a costi minori". Gli ambulanti sono dispiaciuti, inferociti: "Giù le mani dal mercato – tuonano – Noi operatori siamo un’eccellenza del capoluogo, storia viscerale della città. Siamo stanchi dei continui attacchi dei negozianti. Non siamo fuorilegge, ma onesti lavoratori". Decidiamo di incontrarli e uno di loro, che lavora tra via Castelfidardo e via Marsala, chiede l’anonimato. Ma non per timore di ritorsioni, quanto – sostiene – "per non alimentare ulteriormente polemiche sterili. Sono davvero arrabbiato – dice – Io credo che dietro vi sia una questione politica, qualcuno che potrebbe alimentare i negozianti. Siamo noi le vittime. L’unica cosa che vogliamo è tornare in Corso Mazzini, la nostra ubicazione ottimale. Ci hanno spostato qui perché questa via è il male minore. Metterci in piazza Pertini significherebbe morire, in piazza Cavour, anni fa, i colleghi avevano riconsegnato le licenze perché non si lavorava. Piuttosto, andate a vedere il cantiere del Mercato delle Erbe. Da quanto notiamo, procede a rilento. Quel tratto di strada è diventato un parcheggio selvaggio. Gli operai si vedono raramente e noi vorremmo certezze sul futuro. Il Comune rinnova la proroga mensilmente e noi non possiamo programmare investimenti o decidere alcunché. In tutto ciò, subiamo gli attacchi dei negozianti. Avevano indetto una riunione lo scorso 17 maggio e si è presentata solo una persona: evidentemente, non hanno nulla da dire. Gli esercenti verso il porto si lamentano perché le nostre bancarelle non sono state posizionate laggiù, dato che portano gente. Insomma, bisogna capire se siamo una risorsa o se siamo un problema. Vogliamo solo lavorare in pace". David Linternari parla di "una soluzione temporanea. A mio parere, si va d’accordo. Questi scontri non servono a nulla".

Nicolò Moricci