I dinieghi alle donazioni: "In calo. E qui battiamo"

Il responsabile del centro trapianti Marche, Benedetto Marini, è ottimista "Nei primi tre mesi dell’anno solo una opposizione. I motivi? Religione e paura" .

I dinieghi alle donazioni: "In calo. E qui battiamo"

I dinieghi alle donazioni: "In calo. E qui battiamo"

"I dinieghi alle donazioni di organi ci sono, ma l’aspetto culturale sta lentamente cambiando e di grande aiuto è la comunicazione all’anagrafe". Il responsabile del Centro Trapianti Marche, Benedetto Marini, è ottimista e a sostegno delle sue parole ci sono i dati recenti che raccontano ormai un trend in costante crescita. Partendo dalle opposizioni da parte dei famigliari: "Nei primi tre mesi del 2024, dal 1° gennaio al 31 marzo _ spiega Marini, fino all’anno scorso colonna della clinica di rianimazione dell’ospedale di Torrette _ le opposizioni al prelievo sono state appena 1, pari al 7%, mentre nello stesso periodo dello scorso erano state 8, il 38%. In questo periodo sono stati utilizzati gli organi di 11 donatori. Sempre nei primi tre mesi del 2024 i trapianti sono stati 25, mentre un anno fa erano stati 21; complessivamente nel 2023 i trapianti nelle Marche sono stati 102, 3 in meno rispetto al 2022. Vediamo se il trend si confermerà positivo nel prosieguo dell’anno".

È senza dubbio il calo delle opposizioni il dato più importante per garantire un numero sempre più alto di trapianti: "Noi su quel tema lì lavoriamo, attraverso un’opera di sensibilizzazione delle famiglie, sia per chi subisce un lutto ed è chiamato a decidere se donare o no gli organi del proprio caro, sia chi si appresta a rinnovare o, vedi i giovanissimi, a fare per la prima volta la carta d’identità. I dati dicono che sono i 30-40enni quelli più ricettivi sotto questo profilo, mentre è più difficile che gli ultra 70enni diano indicazioni all’anagrafe in tal senso. Il punto di vista parte dal fatto che in età avanzata non si possa più donare e invece non è più così _ sostiene il dottor Marini _. Ormai si riesce a prelevare organi in persone molto anziane; di recente, addirittura, sono stati trapiantati organi da un uomo di 102 anni". L’aspetto culturale resta al centro del dibattito morale e sociale sul delicatissimo tema: "Piano piano certi tabù stanno cadendo, non soltanto tra le famiglie italiane, ma anche tra quelle straniere che ormai vivono nel nostro Paese e si stanno sempre più integrando _ precisa il responsabile del Centro Trapianti delle Marche _. Certo, restano dei casi complessi, come quello di poche settimane fa quando la donazione è stata in bilico tra la moglie di un defunto che era d’accordo e i genitori della vittima invece contrari. Alla fine gli organi non sono stati prelevati. L’iscrizione all’anagrafe sulla volontà di donare diventa fondamentale dunque perché toglie anche determinate responsabilità tra chi resta in vita e non sa decidere. I fattori principali di diniego? Motivi religiosi, rabbia, paura. Lavoriamo sodo su questo fronte partendo dagli incontri nelle scuole per rendere edotte le future generazioni".