
Il commissario prefettizio, Grazia Branca
Aveva fatto tremare più giunte, quella al governo e le precedenti, la "bacchettata" del Mef. Era lo scorso autunno. Sul finire dell’amministrazione Pirani era arrivata in municipio una pagella del Ministero dell’Economia e delle Finanze (inviata sia al Comune che alla Corte dei Conti, come riferito l’altro ieri dal sindaco) che dopo un’ispezione aveva bacchettato la città su diversi punti che riguardano soprattutto le società partecipate, ad esempio la mancata pubblicazione dei piani di razionalizzazione, il non rispetto degli equilibri di genere in una in particolare, l’incongruità del prezzo di un servizio di global service in riferimento a un’altra, la mancata giustificazione dell’aumento dei componenti del cda in una ancora e il non motivato mantenimento di una società senza dipendenti.
Il piano delle società partecipate è stato approvato al 31 dicembre non per mano del sindaco ma, ovviamente, del commissario Grazia Branca che ha spiegato: "E’ stato dato l’ok prendendo atto dei rilievi eseguiti dagli ispettori del Mef. Abbiamo mantenuto anche Ecofon all’interno del piano". Una decisione che spettava al commissario che in veste di tecnico ha svolto quanto doveva rispondendo al Ministero. La sussistenza di Ecofon oltretutto è legata al discorso più ampio dei rifiuti a livello di ambito.
La questione delle partecipate osimane resta comunque nel mirino degli enti sovraordinati e non solo. Tanto che, certamente, la prossima amministrazione comunale dovrà fare i conti con la questione, così come con il caso del biogas che continua a tenere banco almeno fino alla convocazione della prossima Conferenza dei servizi. La Regione, con decreto del dirigente del settore, il 23 dicembre scorso diffidava già la società relativamente all’impianto a biogas in località Coppa per la rimozione tempestiva delle non conformità riscontrate all’ultima nota dell’Arpam e di darne comunicazione immediata con la relazione tecnica.
Fratelli d’Italia Osimo: "La legge Nazionale definisce tali impianti come ‘strutture strategiche’ e l’Europa ci chiede di incentivarne la realizzazione quindi, pur non condividendone la prolificazione, non sempre è possibile fermare l’iter autorizzativo che non è in capo né al Comune né alla Consiglio Regionale ma alla Conferenza dei Servizi. Il Comune di Osimo, in questo caso, ha fatto quanto in suo potere per ostacolare la trasformazione: sono 3 i pareri negativi trasmessi, uno su tutti quello sulla viabilità, insostenibile per la zona. Speriamo basti".
Silvia Santini