
Prendi 2 paghi 1. Paghi per il Cyrano di Edmond Rostand (allestito in prima nazionale da Arturo Cirillo con la co-produzione di Marche Teatro) e ti ritrovi con una commedia musicale infarcita di grilli parlanti, fate dai capelli turchini, ventri di balena, dotti medici sapienti e, ovviamente, di un burattino di legno dal naso potenzialmente allungabile. Il Cyrano-Pinocchio di Cirillo, opera bicefala frutto di ibridazione tra due capolavori, ci riconsegna uno dei più quotati registi-attori italiani dell’ultimo ventennio in una nuova ambiziosa incarnazione di autore. O quasi. “Da” Edmond Rostand, infatti, e non “di”, recitavano già i crediti in bella vista e in questo nuovo trattamento-riscrittura il testo originale appare ampiamente scorciato, modificato, riscritto e interpolato e, considerando che si tratta di versi, ricomposto con nuove rime per l’occasione. Ma niente paura, l’aspetto metricistico della piece è riscattato da una recitazione fluida e cadenzata che si trasforma non di rado in canto vero e proprio in una sorta di moderno Varietà in cui i versi, al netto della riuscita, arrivano con la naturalezza di un cantar recitando. Dal Varietà arrivano i lustrini, le paillettes, le piume di struzzo, i cappelli a cilindro e l’uso delle musiche. Musiche originali o riscritture: si colgono allusioni a quelle (di Fiorenzo Carpi) del Pinocchio televisivo oltre che a quelle del Cyrano di Domenico Modugno, vero imprinting per la vocazione teatrale dell’allora 14enne Arturo Cirillo che ebbe modo di vederlo. Del teatro di Varietà anche l’opalescente tendone circolare dello scenografo Dario Gessati, vero protagonista visivo del tutto, che campeggia al centro della scena come cabina di teletrasporto, medusona aliena (non sarà un caso che l’autore seicentesco De Bergerac, a cui il testo di Rostand è ispirato, sia considerato come uno dei padri della fantascienza) e, specialmente, come cabina-tenda da trasformista. Dichiaratamente menzognero è il teatro tutto, Cirillo lo sa bene ed è nella mendacità costitutiva del medium che trova senso l’ibridazione Cyrano-Pinocchio: Cyrano è bugiardo perché condannato, come ogni autore teatrale, a scrivere per interposta persona per un interprete che simulerà i suoi sentimenti, impadronendosene come se fossero propri e relegando l’autore in un angolo, nel ruolo del suggeritore. In attesa che un nuovo allestimento gli ridia vita trasformandolo da pezzo di legno in essere umano in carne e ossa.
Luigi Socci