Il dibattito sull’aborto: "I consultori sono nostri". La protesta va in strada

Manifestazione della Rete Transfemminista ieri pomeriggio in via Castelfidardo "Nessuno può imporre il proprio credo o i propri ideali sul corpo altrui".

Il dibattito sull’aborto: "I consultori sono nostri". La protesta va  in strada

Il dibattito sull’aborto: "I consultori sono nostri". La protesta va in strada

Al grido di "I consultori sono nostri" ieri pomeriggio ha manifestato in via Castelfidardo la rete Collettive transfemminista Marche composta da "Non una di meno transterritoriale Marche" e le collettive "Nate intere", "Bestie fiere", "Libere tutte", "Common Bubble" e "Ortica". Sono scese in piazza per rivendicare il consultorio come luogo transfemministra, libero, laico, gratuito e accessibile a tutti. "E’ una giornata di mobilitazione nazionale. Scendiamo in piazza per riprenderci i consultori ed essere libere di scegliere. Lotteremo insieme per rivendicare il diritto all’autodeterminazione delle nostre corpe (ovvero la parola corpi al femminile come rivendicano orgogliosamente, ndr): tutte le corpe. Anche corpe trans, corpe non binarie, corpe disabili, corpe non conformi". "Corpe", al posto di corpo, una semantica nuova per rivendicare il diritto. "I consultori nascono come spazi di lotta femministi, laici e gratuiti, che erogano prestazioni mediche, servizi di prevenzione e sensibilizzazione. In Italia, e nelle Marche, però, assistiamo da anni ad una sempre maggiore carenza di strutture e ad una progressiva riduzione dei servizi".

La protesta si muove anche dopo l’emendamento proposto dal deputato Malagola di Fratelli di d’Italia: "Il 23 aprile scorso in Senato è passato l’emendamento al dl 19/2024 che prevede e rafforza l’accesso delle associazioni antiabortiste nei consultori inserendoli nella ripartizione dei fondi del Pnrr che riguarda il finanziamento della sanità territoriale. Le Regioni, cui spetta l’organizzazione dei servizi consultoriali, ’possono avvalersi’, senza oneri a carico della finanza pubblica, ’del coinvolgimento di soggetti del terzo settore con qualificata esperienza nel sostegno alla maternità’. La legittimazione nazionale delle associazioni antiabortiste per operare nei consultori si colloca in una realtà già tragica: i finanziamenti pubblici ai consultori privati gestiti da associazioni cattoliche e antiabortiste esistono da tempo in Piemonte, Lombardia, Veneto, Umbria, Marche, Friuli-Venezia Giulia, mentre quelli pubblici vengono chiusi, svuotati. Noi siamo e saremo sempre dalla parte di ogni donna, persona trans o non binaria che decida di interrompere la gravidanza o che decida di portarla avanti, perché nessuno può imporre il proprio credo o i propri ideali sulla vita e sul corpo altrui".

Diversi gli interventi e le performance. "La non accessibilità dei luoghi poi è una delle tante facce dell’abilismo sistemico, cioè la discriminazione subita dalle persone disabili, una discriminazione violenta ed invisibile che permea tutta la nostra società".

Silvia Santini