
E’ l’Udc a prendere posizione dopo il ko del centrodestra a Osimo: "Pensando di essere autosufficienti si commette l’errore dell’arroganza".
Ha osservato tutto da lontano Dino Latini, leader delle Liste civiche da sempre osimane, non prendendo parte, per la prima volta dopo anni, alla tornata elettorale. Quando quasi tutti lo davano per certo, nell’ultimo giorno utile per la deposizione delle liste ad aprile, non ha presentato la sua candidatura a sindaco di Osimo e non solo. In un anno è cambiato tutto, dopo il matrimonio finito con la coalizione di Francesco Pirani. Il suo partito regionale, l’Udc Marche, dice che l’aveva detto che sarebbe andata così: "Con un dato segnato dall’incredibile astensione, in molti dovrebbero fare mea culpa perché quando si pongono veti, pensando di essere autosufficienti, si commette almeno l’errore della arroganza. L’avevamo detto dal giorno delle dimissioni del sindaco Pirani, non avevano alcun senso politico quelle dimissioni che hanno evidenziato infatti questioni puramente ed esclusivamente personali. E le scelte successive hanno avuto il sapore della vendetta (verso chi ancora non è chiaro visto il risultato poco edificante)".
Poi rincarano: "Se si fosse privilegiata la politica, senza esclusioni, come aveva chiesto Dino Latini, oggi saremmo a parlare in modo diverso. Detto ciò si volti pagina, una brutta pagina locale, per concentrarsi tutti, senza personalismi, alla affermazione del centrodestra e di Francesco Acquaroli alle prossime elezioni regionali".
La sera dello spoglio, quando già Glorio festeggiava, cento latiniani si incontravano con Latini al ristorante Ada per una conviviale, un festeggiamento di fine elezione cui però non hanno preso parte e che è stato visto da molti come celebrazione per l’esito. Ci si chiede che fine abbiano fatto quei centinaia di voti per cui Latini aveva dato ufficialmente libertà: gran parte di quegli osimani non si è recata alle urne, gli altri si sarebbero dispersi tra Glorio e lo stesso Pirani. Pare che alla Staffolani, da quel bacino, sia arrivato ben poco.
Certo è che restando fermo con le sue Liste civiche storiche ha fatto venir meno il sostegno che l’anno scorso era arrivato massiccio a Pirani. Già alla sua non presentazione sembrava aver mandato un messaggio chiaro ai suoi ex alleati, cioè che stavolta per vincere dovevano farcela da soli.