GIUSEPPE SANTARELLI*
Cronaca

"Il tema del lavoro dovrà essere al centro dell’agenda regionale"

Nel dibattito marchigiano abbiamo provato in questi anni a focalizzare l’attenzione sul tema del lavoro, sulle politiche industriali e quindi...

Nel dibattito marchigiano abbiamo provato in questi anni a focalizzare l’attenzione sul tema del lavoro, sulle politiche industriali e quindi sulla produzione della ricchezza regionale, denunciando come le Marche rappresentino proprio l’immagine di una regione che ancora oggi potrebbe esprimere enormi potenzialità ma che per scelte, o meglio, spesso per mancate scelte politiche e imprenditoriali, si è auto-consegnata a un declino evidente a ogni analista serio e imparziale.

La discussione di questi giorni intorno allo studio dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro sui salari in Italia dovrebbe conseguentemente essere accompagnata da un’ulteriore riflessione che guardi a quanto in termini reali i lavoratori marchigiani scontino un gap salariale ancora più penalizzante di quello italiano. Infatti, secondo i dati Ires 2023, la media delle retribuzioni marchigiane annue è di 20.956 € contro una media italiana di 23.662€, con tutte le cause che ne conseguono in termini di competitività del sistema, di crescita della povertà economica e dell’impoverimento generale economico diffuso.

Risulta evidente che una delle cause principali di questo ritardo, oltre allo storico problema legato alla dimensione d’impresa, è dovuto all’esplosione degli ultimi 20 anni di tipologie lavorative sempre più orientate verso la piena sottoccupazione e non in grado di garantire stabilità economica. Sono, infatti, solo il 51,6% i lavoratori della nostra regione assunti con contratti a tempo pieno e indeterminato, nel 2003 erano il 65,7%, mentre ben un terzo dei lavoratori marchigiani risulta essere impiegato con contratti part-time e tra le donne l’uso del part-time, quasi sempre involontario, tocca il dato allarmante del 50,4%.

Resta abbastanza chiaro che, anche in vista della prossima campagna elettorale, chi si candiderà a governare la Regione Marche non potrà prescindere dall’affrontare l’argomento con proposte serie, realizzabili e condivise. E questo non perché lo dice il sindacato ma, semplicemente, perché se la regione non tornerà a realizzare risultati dal punto di vista economico, nessun altro obiettivo politico potrà essere raggiunto. Dunque, tutto quello che vedremo promettere, sarà una mera illusione che alimenterà altra disillusione, allontanamento dalle urne e malessere sociale.

Segretario GeneraleCgil Marche