MARINA VERDENELLI
Cronaca

In due sotto processo. Una raffica di truffe a bar e tabaccherie: il trucco della ricarica

A turno entravano nei locali con le proprie postepay e tessere rubate. Sotto accusa ci sono due cubani, uno però risulta ancora irreperibile. Gli vengono contestati almeno 24 raggiri per un bottino di 8mila euro.

In due sotto processo. Una raffica di truffe a bar e tabaccherie: il trucco della ricarica

In due sotto processo. Una raffica di truffe a bar e tabaccherie: il trucco della ricarica

La tecnica sembrava collaudata. A turno entravano dentro bar, tabaccherie, ricevitorie, internet point, stazioni di servizio, ristoranti, caffetterie, pizzerie e sale slot per ricaricare le proprie postepay, consegnando la tesserina del codice fiscale, spesso di natura furtiva, chiedevano al negoziante la ricarica da fare indicando il codice e l’importo che doveva accreditare. Quando la somma veniva cliccata nel macchinario e quindi subito addebitata, tiravano fuori delle carte bancomat per pagare l’importo ma all’epoca non era ancora ammessa la ricarica pagata poi elettronicamente, erano necessari i contanti. Con una scusa si allontanavano dal punto vendita dicendo "ho i soldi in auto" oppure "vado a fare un prelievo" ma nessuno tornava a saldare il conto. I tabaccai, come anche tutti gli altri, capivano subito di essere stati beffati.

Le prime denunce sono state fatte a maggio del 2016 ma ogni mese c’erano vittime nuove. Con l’accusa di truffa aggravata in concorso e insolvenza fraudolenta sono finiti a processo due cubani, uno di 44 anni e l’altro di 51 anni. Solo per il primo però sta proseguendo il dibattimento davanti alla giudice Maria Elena Cola perché il secondo è irreperibile e la sua posizione per ora è stata stralciata. Alla coppia di cubani, quello rimasto a processo è difeso dall’avvocato Andrea Nocchi, sono contestate 24 truffe, pari alle denunce arrivate sia a polizia che a carabinieri tra maggio del 2016 e maggio del 2017. In un anno, con quasi due raggiri al mese, la pubblica accusa contesta almeno 8mila euro intascati dai cubani con il trucchetto della ricarica.

A subire le truffe sono state le attività di mezza provincia. Colpite tabaccherie ad Ancona, Chiaravalle, Jesi, Castelfidardo, Osimo, ma anche sale slot di Senigallia, internet point e distributori di carburante a Falconara, ristoranti e pompe di benzina anche di fuori regione, a Ravenna. Gli importo chiesti per le ricariche sulle postepay andavano da 100 euro a 400 euro. Un impianto di benzina lo stesso giorno è stato beffato due volte. Al cubano 44enne la Procura contesta anche l’acquisto di 6mila euro di bevande, fatto per organizzare una festa, ai danni di una ditta di Treia. Avrebbe pagato con un assegno non riscuotibile. Il fatto risale al 29 ottobre del 2016. Mercoledì sono state sentite tre vittime del raggiro, il titolare della ditta di Treia e due tabaccai. Gli ultimi due hanno spiegato di aver riconosciuto l’imputato 44enne dalle foto segnaletiche mostrate dalle forze dell’ordine. Prossima udienza il 12 giugno. Alcune truffe si prescrivono.