"In scena con moglie e figlio tra psicanalisi e psichedelia"

Intervista a Francesco Pannofino da stasera a domenica sul palco delle Muse di Ancona con lo spettacolo "Chi è io?".

"In scena con moglie e figlio tra psicanalisi e psichedelia"

"In scena con moglie e figlio tra psicanalisi e psichedelia"

"Chi è io?". E’ la strana domanda che risuonerà da stasera (ore 20,45) a domenica al Teatro delle Muse di Ancona, dove va in scena lo spettacolo scritto e diretto da Angelo Longoni, e interpretato da Francesco Pannofino, Emanuela Rossi, Eleonora Ivone e Andrea Pannofino. "Una commedia psicologica, psicosomatica, psichedelica, psicotropa che agisce su spettatori e personaggi, in modo realistico e visionario". Così si legge nella presentazione di ‘Chi è io?’, in cui i protagonisti si muovono su tre piani narrativi: la realtà, quello metafisico e la finzione di uno show televisivo.

Pannofino, spettacolo ‘psicotropo’, dunque. Ma fa bene o male?

"Bene. Venire a teatro fa sempre bene. Questo poi è un’opera in cui tutti possono riconoscersi. E’ un testo felice, molto intelligente, che dà vita a uno spettacolo riuscito, originale, moderno, diverso dal solito. Ci sono anche delle proiezioni ‘psichedeliche’, che sottolineano quello che accade sul palco". Chi è il suo personaggio?

"Lo psicoanalista Leo Mayer, che un giorno si butta in mare per salvare una persona che sta annegando. Rischia la morte, e, come si suol dire, in quei momenti ripercorre tutta la propria vita. A un certo punto si ritroverà perfino in uno strampalato quiz televisivo, dove sarà maltrattato dagli altri personaggi". Potrebbe sembrare una vicenda confusa.

"A un certo punto la matassa si dipana. Tutto ruota attorno alla psicanalisi, che ha reso certi concetti comuni a tutti. Durante le sedute i personaggi, che poi sono il figlio, la moglie e l’amante, confessano inquietudini, emozioni. Lo spettacolo è anche un invito a conoscere noi stessi. Si parla di amore, tradimento, vendetta, disperazione, dubbi sulle scelte da prendere". Reazioni del pubblico?

"Spesso c’è un silenzio assoluto, segno di attenzione. Nessuna luce di cellulare, colpi di tosse ridotti al minimo. E nessuno si guarda le scarpe, segnale pericolosissimo. Silenzio a parte, ci sono molte risate e molti applausi".

Il quiz in cui si ritrova è lo spunto per prendere il giro certa televisione?

"Sì, c’è una certa critica, ma costruttiva, a una tv piena di pubblicità, in cui bisogna essere simpatici a tutti i costi. Ma lo psicoanalista parla di cose serie...".

Parlava dei personaggi: moglie, figlio, amante. Lei i primi due, quelli ‘veri’, ce l’ha sul palco.

"Sì, mia moglie Emanuela Rossi e mio figlio Andrea. Lui quando era molto giovane disse di non voler fare l’attore. Io mi sono detto: bene, un problema in meno. Invece poi ha cambiato idea. Ma è bravo. Un grande professionista".

Raimondo Montesi