Incidente Senigallia, il papà di Elisa Rondina. "Mia figlia non meritava una fine così"

"Mi sembra ancora tutto così irreale, difficile farsene una ragione". Silenzio invece in casa di Sonia Farris, i fratelli hanno cambiato l’immagine del loro profilo Fb

Elisa Rondina e Sonia Farris, vittime dell'incidente di Senigallia

Elisa Rondina e Sonia Farris, vittime dell'incidente di Senigallia

Senigallia (Ancona), 8 gennaio 2020 - E’ un dolore inenarrabile quello che unisce le famiglie delle due donne di Calcinelli (frazione dell’unione dei comuni di Colli al Metauro, Pesaro e Urbino) travolte e uccise da un automobilista ubriaco la notte dell’Epifania, sull’Arceviese, all’uscita dalla discoteca Megà di Senigallia. Si sono chiusi nel più stretto silenzio i genitori di Sonia Farris, la parrucchiera 34enne che da poco tempo aveva indossato le ali dell’indipendenza acquistando una casa tutta sua a pochi passi da quella della famiglia, dopo essersi messa a lavorare in proprio nella sua ‘Parrucchieria Sonia’ che si trova nel cuore di Calcinelli. I suoi fratelli Andrea e Susi, invece, seppur senza parole, ieri hanno sentito la necessità di ‘gridare al mondo’ il loro lutto e il loro dolore, cambiando l’immagine di profilo di Facebook che ora li mostra sorridenti accanto a Sonia che di sorrisi ed allegria era maestra.

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In casa di Elisa Rondina, invece, c’è chi trova la forza di parlare. "Mi sembra ancora tutto così irreale…" dice papà Maurizio al ritorno dal Commissariato di Senigallia dove è andato a recuperare l’auto di sua figlia, la maestra elementare di 43 anni tanto amata da tutti. "Non lo so cosa provo per quell’uomo – commenta con un filo di voce, ma ferma e risoluta – Certo c’è della rabbia. Di questo sono sicuro. Perché sono andato sul posto e… per fare un volo del genere non andava di certo piano. La strada è stretta e poco luminosa, è vero, ma mia figlia aveva la torcia del telefonino accesa, per farsi vedere. Così mi è stato riferito".

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Non ci sono attenuanti nel cuore di un padre, per una tragedia che a distanza di 24 ore ancora non si riesce ad accettare. "Non so se lo perdonerò mai, mi sembra ancora tutto così irreale – prosegue – Io e mia moglie continuiamo a chiederci ‘è vero o non è vero?’. Non avendo visto niente, la testa rimane confusa. Si fa fatica ad accettare. E’ difficile farsene una ragione". Quando ieri mattina Maurizio Rondina è andato al Commissariato di Senigallia a recuperare l’auto e alcuni effetti personali della figlia, pensava di dover affrontare anche la dolorosa incombenza del riconoscimento del corpo di Elisa. Un rito tremendo per il genitore, ma allo stesso tempo liberatorio dal momento che lo avrebbe messo definitivamente di fronte al trauma che al momento ancora non vuole accettare. "Non me l’avrebbero fatta vedere – ci spiega – per cui non sono neppure andato a Torrette. In Commissariato ho potuto prendere solo la macchina, il cellulare e alcuni documenti. Altro non ho potuto fare, perché mi hanno detto che non è stato ancora nominato il pubblico ministero né il medico legale".

A papà Maurizio è stato spiegato che potrà rivedere sua figlia, non prima di giovedì mattina. Solo dopo si potranno stabilire i funerali. "Sono cose che capitano – conclude – e c’è poco da dire. Ma mia figlia non se lo meritava. Stava vivendo un bel periodo della sua vita. Era una brava ragazza, era entusiasta dell’insegnamento, adorava i bambini e adesso non vedeva l’ora di diventare zia". Il fratello Alessandro, infatti, a metà marzo diventerà papà.