Incuria e degrado. Il centro è da cambiare. L’isola pedonale da sola non è più sufficiente

Corso Garibaldi troppo spoglio e sporco, piazza Stamira abbandonata. Ma non sorride neanche il Viale: serve un cambiamento di rotta. Il rischio è che vengano attirati sempre più sbandati e vandali.

Incuria e degrado. Il centro è da cambiare. L’isola pedonale da sola non è più sufficiente

Corso Garibaldi troppo spoglio e sporco, piazza Stamira abbandonata. Ma non sorride neanche il Viale: serve un cambiamento di rotta. Il rischio è che vengano attirati sempre più sbandati e vandali.

Incuria e degrado in pieno centro: lungo Corso Garibaldi pochi i cestini, molti gli sbandati. È questa la fotografia della principale via dello shopping anconetana. Il Carlino, dopo aver scoperto una sorta di accampamento nel cuore del capoluogo, tra gli uffici e le abitazioni della città, nel bel mezzo del verde di piazza Stamira, è sceso in strada per ascoltare le opinioni di negozianti e residenti e fornire a voi lettori un’istantanea della situazione attuale. Iniziamo dal Viale della Vittoria, in direzione porto. Nel rione Adriatico, la situazione non è delle peggiori. In particolare, dopo che il Comune ha tagliato alcuni alberi i cui rami arrivavano fin sulla testa dei pedoni. Ci sono voluti diversi mesi e l’opera non è stata ancora ultimata. Tanto che a diversi incroci (via Rismondo, via Lauro de Bosis, eccetera), in corrispondenza dei passaggi pedonali, il verde degli oleandri ostruiva fino a qualche giorno fa la visuale. Continuando verso Largo XXIX Maggio, tutto ok. Ma il bello inizia in piazza Cavour, dove – nei pressi del capolinea – emerge dall’asfalto una tubatura rossastra. I segni del tempo sono evidenti. Proseguiamo lungo Corso Garibaldi: a volerla buttare, una cartaccia, non si può. Di un cestino, nemmeno l’ombra. Il primo bidone da passeggio è in piazza della Repubblica, che è alle prese con il nuovo restyling. In Corso Garibaldi, niente arredi: solo panchine di marmo imbrattate. In piazza Pertini, il deserto più desolante. Una piazza totalmente asfaltata dove non c’è anima viva. Se non per i clienti del parcheggio sotterraneo che ci si ritrovano a passare per ritirare le proprie auto. Una piazza che vive solo in occasione di eventi mirati – tornei sportivi, sagre e concerti – ma un luogo che, nella vita di tutti i giorni, è un triste e anonimo non-luogo. Poi, c’è piazza Stamira: tra chi chiede l’elemosina, si ubriaca scolandosi brik di vino e dorme tra i cespugli o siede sui cartoni.