
L’ex governatore delle Marche e l’abbraccio con Ricci: "Tu, futuro presidente". Poi spiega il suo ritorno: "Ho dato una mano, avevo ancora voglia di fare politica. Il centrodestra ha governato poco, ma il peggio l’ha fatto con la sanità".
"Io garante?", scuote la testa. "No, no. Non hanno bisogno di garanti. Mi sono messo a disposizione, ho dato una mano perché avevo ancora voglia di fare politica". Più aderente il termine "coordinatore" della lista Pace Salute Lavoro. Realizzata, infatti, anche grazie al contributo del già governatore della Regione dal 1995 al 2005 Vito D’Ambrosio. Arriva al Passetto, attraversa la Pineta fino al bar Miramare e il primo ad andargli incontro è Matteo Ricci, candidato del centrosinistra, che Dipende da Noi (di cui D’Ambrosio è presidente) e il Partito della Rifondazione Comunista sostengono alle Regionali. "Grande presidente", apre Ricci guardandolo. E l’ex magistrato: "Tu, futuro presidente", prima di un lungo abbraccio. Dirà, poco dopo, dell’eurodeputato dem: "Una persona che si muove, attenta al contesto nel quale opera".
D’Ambrosio, cosa vi ha spinto a scendere in campo uniti? "Ritenevo che questo progetto andasse incoraggiato, approvato, sostenuto. Divisi si perde, uniti si vince. È una banalissima conclusione dell’esperienza politica di questi ultimi anni, non solo nelle Marche, ma anche in Italia e oltre".
Che contributo potrà portare lei? "Guardi, il punto è questo. Diciamo che ci sono alcuni piccoli stratagemmi che bisogna tenere presenti e che valgono – il suggerimento ai suoi alleati –. Il primo è non promettere mai quello che non si è sicuri di non poter mantenere. Una pessima abitudine della cattiva politica. Il secondo è quello di mantenere una coerenza fra quello che si dice, si scrive e poi si pensa di fare. Due binari fondamentali sui quali costruire una candidatura e una coalizione in grado di vincere".
Perché, allora, chiedete un cambiamento? "Quello che è andato peggio di tutti nell’ultima legislatura è stato l’approccio alla sanità. Come se l’ospedale si basasse esclusivamente sui muri. Poi c’è la salute che si fa fuori dall’ospedale, con quella che dovrebbe essere la medicina di prossimità e quella medicina che dovrebbe evitare gli ingorghi nei pronto soccorso. Hanno governato poco. Ora l’esigenza di questa Regione è quella di riuscire a darsi un colpo di reni, perché altrimenti continua ad essere in coda".
A cosa si riferisce? "Beh, gli ultimi dati che ho sentito ieri sera dal punto di vista economico sono negativi. Di questo bisogna parlare e occuparsi. Noi saremo di pungolo per far nascere un’attenzione particolare ai temi del lavoro, della sanità, dell’istruzione. Le piste che andranno percorse".
Pensate di vincere queste elezioni? "In genere non si partecipa mai ad una gara per perdere. Sì, pensiamo di vincere. Certo, la nostra è una delle caselle di un puzzle variegato. Io credo che riusciremo, nonostante le batterie di ‘visitatori’ di quest’ultima settimana. Pensavo di essermi sbagliato e di essere a Palazzo Chigi".