
I consiglieri di maggioranza a Palazzo dei Priori
La maggioranza di centrosinistra in Comune mette sul tavolo la proposta di ridurre almeno parzialmente dal prossimo anno la Tari e l’addizionale Irpef. Una manovra studiata a tavolino per il 2026 e che la Giunta e gli Uffici del Bilancio dovranno valutare con attenzione. Mossa concordata naturalmente tra consiglieri e assessori per cercare di ridurre un po’ la pressione fiscale a chi ha redditi più bassi. E la strategia è quella di agire sulle esenzioni, alzando le soglie per cercare di aumentare il numero delle famiglie che non pagano le imposte o le pagano di meno.
La proposta ieri mattina è stata messa sul tavolo dai gruppi di maggioranza, proposta tradotta in un ordine del giorno che è stato discusso in Commissione bilancio. Nei fatti si chiede alla Giunta comunale intanto di innalzare la fascia di esenzione per l’addizionale Irpef, attualmente posta alla soglia di reddito complessivo pari a 12.500 euro, valutando di innalzarla a 18mila euro di indicatore Isee in maniera strutturale sul lungo periodo.
Su questo l’assessora Daniela Sartore ha fonito dati precisi, segno evidente che la mossa è ampiamente concordata – e non potrebbe essere altrimenti -. Con questa nuova soglia (18mila euro) i dichiarati esenti dall’Irpef comunale aumenterebbero da 41.715 e 55.566 su un totale di 125.275 dichiaranti (dal 33,30% al 44,36%), per un costo di circa un milione e mezzo.
Quanto alla Tari per il prossimo anno invece si punta a innalzare la soglia di esenzione totale da 6mila a 9mila euro di reddito Isee; per quanto riguarda invece il contributo del 50 per cento sulle spese della bolletta ora previsto per famiglie con Isee tra 6mila e 7.500 euro, la soglia salirebbe da 9mila a 10.500 euro; per il contributo del 30 per cento si passerebbe invece dalla fascia 7.501-9mila euro a 10.501-12mila euro. Più complicato qui fornire questi dati previsionali da parte dell’assessora in riferimento alla Tari, ma gli esenti potrebbero aumentare di circa un 30%.
Meno rassicuranti le parole del dirigente comunale al Bilancio, Stefano Baldoni: "Le entrate tributarie per loro natura hanno proprio questo carattere stabile e ricorrente e rappresentano lo zoccolo duro della parte corrente del bilancio dell’ente – ha detto in Commissione –. Quindi bisogna considerare ciò che accadrà con le spese correnti ripetitive. Le spese energetiche, ad esempio, stanno di nuovo aumentando: già nell’assestamento ci saranno richieste importanti di aumento che in parte saranno accolte e in parte saranno rinviate in una seconda parte dell’anno. Un trend in aumento che rischia di ripercuotersi anche sul 2026 e oltre, salvo cambiamenti del mercato. Tra le spese correnti e ricorrenti inoltre ci sono gli accantonamenti imposti dall’ultima legge di bilancio, crescenti nel corso degli anni, e i costi dei servizi, che sono in continuo aumento (ad esempio per l’assistenza e le mense scolastiche, la spesa per minori in comunità ecc.)".