
Dalle Marche sono partiti 15 pullman per la grande manifestazione che arriverà davanti alla sede Efsa per la sicurezza alimentare in Europa "Chiediamo la sovranità alimentare e il rispetto dei nostri prodotti".
Nel mirino ci sono i cibi ultraformulati di dubbia provenienza e, in generale, quei prodotti che finiscono nel carrello della spesa con il loro carico di coloranti, emulsionanti, edulcoranti o addensanti, scarsi di vitamine e fibre e troppo dannosi per l’organismo. Opportuno è tutelare la salute dei cittadini attraverso l’informazione ai consumatori e la promozione di un’alimentazione consapevole, radicata nella tradizione agricola italiana. Proprio questo è l’obiettivo di quasi mille agricoltori marchigiani, che oggi a Parma sfileranno in un corteo, assieme a migliaia di colleghi da tutta Italia, che arriverà davanti alla sede Efsa, l’Autorità europea per la sicurezza alimentare che esamina anche le richieste di autorizzazione dei novel food (gli alimenti innovativi di nuova concezione). Lo faranno nella grande manifestazione organizzata dalla Coldiretti, che prenderà il via alle 9, in Piazza della Repubblica, e arriverà davanti alla sede dell’Agenzia governativa in via Carlo Magno. Con in mano le bandiere gialle dell’organizzazione e quelle dell’Unione Europea, unite dallo slogan ‘Facciamo luce’, la campagna lanciata per informare i consumatori sui potenziali rischi dei prodotti non sani. Da tutte le province marchigiane partiranno 15 pullman da 50 persone l’uno, ben quattro dalla zona della Baraccola di Ancona alle 3 di mattina, per arrivare nel comune emiliano.
"Chiediamo la sovranità alimentare e il rispetto dei nostri prodotti – sono le parole dell’anconetano Marco Pignocchi, con il ruolo di delegato di Coldiretti Giovani all’interno dell’Organizzazione mondiale degli agricoltori (Oma) – la Commissione europea negli ultimi anni ha agito contro gli agricoltori, vogliamo smuovere l’opinione pubblica per far sì che questo non accada più, difendendo la categoria e la produzione alimentare che in Italia è tra le più sane al mondo. Siamo sottoposti a delle leggi di mercato stringenti, abbiamo più costi che ricavi e i rimborsi della Pac vengono presi dai proprietari terrieri che ci danno in gestione i terreni e aumentano spesso gli affitti". Poi puntare anche "a una semplificazione dei processi burocratici, e lo dico da imprenditore agricolo, dato che passiamo più tempo negli uffici, a pensare alle nostre partite Iva, che sui campi, con gli impegni di politica europea e statale". In più "vogliamo chiedere l’origine obbligatoria dell’etichetta per qualsiasi prodotto commercializzato in Europa, perché la concorrenza è agguerrita – dice ancora Pignocchi –I prodotti Ue sono più salutari rispetto a quelli extra Ue il cui ingresso comporta anche livellamento verso il basso del prezzo dei nostri prodotti". Nel dibattito sui cibi creati in laboratorio, infine, Coldiretti "non si oppone al progresso – conclude Pinocchi – ma chiede maggiore rigore scientifico nella valutazione dei nuovi alimenti per tutelare la salute dei cittadini, in linea con un approccio responsabile e coerente con i valori europei". La comunità scientifica sul tema è concorde nel segnalare i rischi legati ai cibi ultraformulati, considerati l’anticamera dei cibi creati in laboratorio.
Lorenzo Pastuglia