REDAZIONE ANCONA

L’antico cimitero in degrado "Per evitare lo scandalo ora servono Unesco e Ue"

Il coordinatore del Tribunale rabbinico: "La zona Patrimonio mondiale dell’umanità"

Ancona non è riuscita a diventare capitale italiana della cultura, ma c’è chi pensa che la città potrebbe meritare molto di più. Cosa? Diventare sito Unesco, quindi ‘Patrimonio Mondiale dell’umanità’. Il riferimento è al cuore storico del capoluogo marchigiano, quello comprendente i colli Guasco e Cardeto, con il Duomo, l’Anfiteatro romano e il Cimitero ebraico. Un progetto che naturalmente dovrebbe coinvolgere tutte le forze, istituzionali e non, come la Regione, il Comune, l’Arcidiocesi e la Comunità ebraica. E anche il Tribunale rabbinico del Centro-Nord Italia, di cui è coordinatore Vittorio Robiati Bendaud. E’ lui a definire la zona in questione "un unicum di assoluto pregio", da tutelare, valorizzare e far conoscere. Il cimitero ebraico è davvero un luogo particolare: a picco sul mare, già un fatto unico a livello paesaggistico, è uno dei più antichi d’Europa, e vi sono sepolte personalità di importanza internazionale, rabbini conosciuti e studiati in tutto il mondo. Gli unici cimiteri ebraici di altrettanto pregio sono quelli di Gerusalemme e di Praga. C’è poi l’Anfiteatro romano, in uno scenario eccezionale, e un capolavoro assoluto come la Cattedrale di San Ciriaco. "Sono beni che meritano di essere valorizzati dall’Unesco". Inutile dire cosa comporterebbe la nomina a ‘Patrimonio Mondiale dell’umanità’, se non altro a livello turistico. Bendaud parla del valore economico dell’iniziativa ("sarebbe fondamentale per i giovani, perché significherebbe lavoro") nonché di quello simbolico, visto che "storicamente Ancona è stata in dialogo con l’Oriente, quello ebraico e quello islamico. Duomo e cimitero, poi, rappresentano il rapporto tra Cristianesimo ed Ebraismo".

I problemi però non mancano, perché l’area di cui si parla è a rischio. O, per dirla con Bendaud, "in uno stato di estrema sofferenza. Soprattutto il Cimitero ebraico, dove la situazione è al limite. Parliamo della falesia, che andrebbe blindata come già fatto al Duomo, ma anche della cura delle tombe e della gestione dell’area boschiva, oggi frequentata da cani in libertà e coppiette che si appartano. La situazione rappresenta anche un enorme problema religioso. Bisogna evitare che il caso diventi uno scandalo".

Il fatto è che per ‘risanare’ l’intera zona servirebbero ‘investimenti enormi’. A chi chiederli? A chi ce li ha, ovvero la Ue e la stessa Unesco. "E’ necessario che la Regione, il Comune, noi come Comunità ebraica, la Chiesa e il Ministero della cultura avviino le procedure del caso. Non bisogna lasciare nulla di intentato. Dobbiamo collaborare tutti insieme, perché il successo dell’iniziativa non andrebbe a favore solo degli ebrei, ma anche degli anconetani, e dei marchigiani".

Raimondo Montesi