GIACOMO GIAMPIERI
Cronaca

L’assessore Eliantonio "Serve una nuova identità Ancona non può essere solo una città di servizi"

Dall’urbanistica ai grandi eventi passando per le attività economiche "Ripristiniamo subito la Consulta per il commercio per rilanciare il settore. Abbiamo la possibilità di mettere mano al Prg evitando il consumo di suolo".

L’assessore Eliantonio "Serve una nuova identità Ancona non può essere solo una città di servizi"

di Giacomo Giampieri

Militante dai 14 anni. Coordinatore comunale di FdI a 26. Consigliere a 28. Capo segreteria del governatore a 30. Assessore a 32. Di due anni in due anni. Brucia le tappe, Angelo Eliantonio. Da Acquaroli a Silvetti, sempre in posizioni rilevanti. Urbanistica, Attività economiche e Mercati, Patrimonio, Grandi eventi, i comparti che seguirà dopo la nomina – parsa subito blindata – nella Giunta del primo sindaco di centrodestra della città. Le nostre interviste ai nuovi assessori continuano con lui.

Assessore Eliantonio, partiamo da qui: si è dovuto dimettere dalla segreteria del presidente?

"Sì, ovviamente".

E Acquaroli come l’ha presa? "Mi ha lasciato carta bianca nella scelta. Non è stato facile, ma fare l’assessore nella città dove vivi è molto stimolante. Al presidente devo molto. Mi ha voluto nella sua segreteria e mi ha permesso di fare un’esperienza unica, arricchente dal punto di vista umano e amministrativo nell’ufficio di Gabinetto. Perché se in Consiglio stavo all’opposizione, in Regione avevo un ruolo istituzionale. Mi ha permesso di avere una visione politica più ampia, aggregante, improntata alla cultura di governo".

Come la sta vivendo?

"È un onore e sono grato al sindaco Silvetti per la fiducia. L’occasione di amministrare ci viene data in un contesto storico preciso, ci sentiamo responsabilizzati per questi cinque anni. Ne vogliamo governare dieci, ma tra cinque saranno soltanto i risultati a convincere gli anconetani. È una sfida. Chi ci ha preceduto ha vissuto di rendita, così si è ridotta la qualità politica".

Sapeva da subito che avrebbe fatto l’assessore?

"Mi sono messo a disposizione di partito, sindaco e città. Le deleghe ricevute accrescono in me il senso di responsabilità, in quanto strategiche e importanti. Per dirne una, l’Urbanistica è il governo del territorio, come l’amministrazione ne immagina lo sviluppo. Grazie alla nuova legge regionale in materia, peraltro, potremmo avere la possibilità di mettere mano al Piano regolatore del 1994, innovando quello strumento, con la prerogativa di evitare il consumo di suolo e programmare meglio".

E sulle altre deleghe, invece? "Le attività produttive si legano ai grandi eventi. La missione è rilanciare il commercio. Intanto ritrovando un’identità. Ancona è una città di mare, il porto è un luogo di scambi per antonomasia e conosciamo il suo ruolo strategico. Ma per molti è diventata una città di servizi. Bisogna ricreare fermento e sviluppo".

In che modo?

"La nuova vocazione dovrà essere l’attrattività. Entrando in circuiti virtuosi, assicurando produttività e coinvolgimento al tessuto socio-economico. Non solo a livello decisionale e partecipativo, ma anche con la collaborazione pubblico-privato. Se Ancona non è attrattiva per gli anconetani, come può esserlo per gli altri?".

Obiettivi?

"A breve termine, il ripristino della Consulta del Commercio, che proposi già da consigliere di opposizione. Ed è prioritario riallacciare i rapporti con la Camera di Commercio, con la quale la precedente amministrazione ha avuto problemi di interlocuzione. Siamo il capoluogo, non possiamo difettare del supporto dell’organo camerale per creare un volano economico di sviluppo".

E quei ‘grandi eventi’ cosa sono?

"Intanto l’8 luglio, il concerto di Tiziano Ferro. Ma stiamo pianificando come mettere a terra altri progetti ambiziosi, dal centro alle frazioni, con grande collaborazione tra assessorati".

Quindi gli ‘spacchettamenti’ funzionano?

"Funzionano benissimo, si lavora in equilibrio e sinergia. Contano i fatti, come le dicevo. Altroché ‘lunga notte dei coltelli’, come qualcuno ha detto. C’è sempre confronto, franco e leale. Nelle scelte politiche di oggi. In quelle di ieri per la composizione della Giunta che abbiamo finalmente potuto esprimere dopo 30 lunghi anni".