"L’attualità di Camilleri in teatro"

Alessio Vassallo da domani a domenica alle Muse con "La concessione del telefono" dello scrittore siciliano

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Sarà che è di Palermo, ma ormai il nome di Alessio Vassallo è associato da molti ad Andrea Camilleri: prima ne ha interpretato i personaggi al cinema e in tv. Ora tocca al teatro, alla commedia ‘La concessione del telefono’, in scena da domani (ore 20.45) a domenica al Teatro delle Muse di Ancona, per la stagione di Marche Teatro. Giuseppe Dipasquale dirige Vassallo nel nel ruolo di Filippo Genuardi, lo stesso che aveva interpretato nel fortunato adattamento televisivo. Quella di Camilleri è stata definita ‘commedia degli equivoci dai risvolti surreali’. La semplice richiesta di attivazione di una linea telefonica innesca una catena di equivoci e imbrogli che diventa metafora di una condizione esistenziale.

Vassallo, che accoglienza avete avuto finora?

"Al Teatro Biondi di Palermo è stato tutto molto emozionante. La sala era piena, e noi abbiamo cercato di portare la gente, almeno per un paio d’ore, in un altro tempo, in un altro luogo, visto quello che sta accadendo nella realtà".

Le aspettative del pubblico sono forti: il libro è tra i più letti e amati di Camilleri.

"Siamo rimasti molto fedeli al testo. Anche perché chi conosce il modo di scrivere del Maestro sa che i suoi testi sono perfetti, non devi toccare nulla. Camilleri ha una formula magica. Il suo è come un bel spartito musicale, bella ma complesso".

Ma non ha mai tenuto in conto la possibile delusione dei lettori?

"All’inizio sì. Adesso sono più tranquillo. Anzi, trovo interessante il fatto che quasi tutti conoscano il testo. Comunque il romanzo è piaciuto, il film anche e lo spettacolo pure: tre su tre!".

‘Commedia degli equivoci’ è una definizione un po’ riduttiva?

"Beh, gli equivoci che portano a stravolgere la vita di un uomo ci sono. E’ un testo talmente attuale... In Italia siamo inondati dalla burocrazia. I governi cambiano, i burocrati no. Anche fare una cosa semplice diventa complicato. Pensiamo al virus: è stato talmente ‘burocratizzato’. La forza del testo è poi un’altra situazione comune: quando al potere c’è un imbecille. E’ meglio uno cattivo, perché l’imbecille è imprevedibile, può fare danni grossi".

Che Sicilia emerge dal libro di Camilleri?

"La sua è una lente di ingrandimento perfetta. Certi personaggi ti sembrano esagerati, ma poi li incontri davvero. E non solo in Sicilia".

Domanda impossibile: a Pirandello sarebbe piaciuta una commedia del genere, e Camilleri in generale?

"Credo di sì. La matrice è la stessa".

In questi giorni si parla molto di un altro siciliano...

"Meno male che in Italia c’è Mattarella, un gran signore".

Raimondo Montesi